“È un 25 dicembre diverso, sicuramente più triste, ma in tutto questo silenzio che ci circonda, possiamo provare a ritrovare il vero senso del Natale e, come ha detto Papa Francesco, mettere da parte il consumismo”. È questo il pensiero che don Angelo Giordano, giovane vicario del vescovo della Diocesi di Lanciano-Ortona Emidio Cipollone, ha voluto lasciarci in questo particolarissimo Natale.
Un Natale in cui sono tante le famiglie che non hanno potuto ricongiungersi. In cui nonni e nipoti non hanno potuto stringersi nel più caldo degli abbracci e in cui sono mancate lunghe tavolate, tombolate, giochi in famiglia e tante risate. Ma è anche un Natale in cui, più degli anni passati, abbiamo la possibilità di mettere da parte tutte quelle apparenze che, tra lucine, pacchetti e addobbi, ci hanno fatto smarrire il vero senso del Natale.
“Noi uomini, da soli, non ce la possiamo fare. Abbiamo bisogno del Salvatore. – afferma don Angelo a Zonalocale – E forse abbiamo avuto bisogno proprio di un anno come questo per riscoprire un rapporto più grande e profondo con Dio”. Ma come fare per ovviare alla mancanza dei cari e di quel clima natalizio che fa tanto “festa”? “Possiamo prolungare, metaforicamente, il tempo dell’Avvento, dell’attesa, ma anche per imparare ad aspettare quell’incontro non possiamo essere soli e anche lì, possiamo cercare il rapporto con Dio”.
Ma soprattutto dopo un anno così difficile, anche ritrovare il rapporto con Dio non può essere una passeggiata. “La preghiera in fondo è anche un grido di dolore. – dice don Angelo – E allora facciamocela una litigata col Padreterno. Una litigata per riscoprire poi un rapporto più grande e profondo”. Ed è facile quest’anno fare una similitudine con la famiglia di Nazareth, in attesa della nascita del proprio bambino, in una stalla, dopo aver trovato tutte le porte chiuse ed in completa solitudine. E forse è proprio da lì, da quella grotta che potremmo prendere esempio. [mar_dx]
Ma non è solo l’aspetto spirituale ad essere importante. “Stiamo vivendo una tremenda crisi economica e come ha ricordato Papa Francesco nell’ultima domenica di Avvento, dobbiamo tendere la mano a chi ne ha più bisogno. – sottolinea don Angelo – E dobbiamo farlo con gesti semplici, concreti, che vadano ben oltre la pura formalità”.
E anche l’augurio di don Angelo è semplice, proprio come questo Natale. “Vi auguro di poter trovare qualcosa di bello nell’essenzialità delle piccole cose. Vi auguro di imparare a vedere nel proprio piccolo, anche umile, la bellezza. Perché è proprio lavorando sul piccolo che ci rendiamo conto che poi così piccolo non è”.
Buon Natale!