Una Squilla scandita non tanto dal rintocco della campanella sulla Torre Civica, quando dai nomi, ripetuti dal sindaco Mario Pupillo, uno dopo l’altro, dei cittadini lancianesi che quest’anno sono venuti a mancare a causa del Covid.
Una Squilla intima, seppur in piazza Plebiscito, in cui la commozione tipica del Natale dei lancianesi si è irrimediabilmente mischiata con quella con i pensieri che vanno all’anno che abbiamo appena vissuto.
“Che sia una Squilla in cui riscoprire il vero senso del Natale, della famiglia e del rapporto con Dio”, ha detto il vescovo della diocesi di Lanciano – Ortona, don Emidio Cipollone, dopo aver acceso la luce della pace, da oggi in tutte le parrocchie di Lanciano.
In piazza, al suono della campanella super amplificato per poter raggiungere davvero tutti, o quasi, i lancianesi in casa, nessun assembramento, ma solo una discreta folla che, con mascherine e rispettosa di ogni norma anti covid, ha voluto comunque onorare la tradizione seppur modificata quest’anno a causa della pandemia.
Una Squilla diversa, più mesta e di riflessione, ma in cui lo spirito del Natale dei lancianesi nelle proprie case, o sotto la Torre Civica ha risuonato forte, insieme a quella campanella.