Seicento giochi raccolti per essere donati ai bambini di famiglie in difficoltà. “Siamo piacevolmente stupiti dalla risposta avuta. Forse questo anno così particolare ha stimolato un senso di solidarietà più profondo“. Non nasconde l’emozione Maria Chiara Centorami nel raccontare l’esito del Regalo Sospeso, iniziativa di solidarietà ideata e realizzata dalla sua scuola di recitazione “Giochiamo a fare teatro” con il gruppo scout Agesci Vasto 1.
Per una settimana, dal 14 al 22 dicembre, in cinque attività commerciali della città è stato possibile acquistare giocattoli e altri oggetti per l’infanzia da regalare, in forma anonima, a bambini di famiglie in difficoltà attraverso parrocchie e altre realtà che si occupano di assistere minori.
“Nella gestione dell’iniziativa – spiega Angelo Marzella, capo scout del Vasto 1 – era fondamentale non avere nessun contatto con il destinatario, così da garantire la serenità in chi riceve. L’obiettivo era quello di raccogliere giochi nuovi, da poter scartare come se fossero i regali di Babbo Natale. E abbiamo visto che le persone sono state sorprendenti“.
La quantità di donazioni, che ha raggiunto le 600 unità, ha permesso di estendere le donazioni rispetto a quelle preventivate. “Abbiamo consegnato i pacchi all’oratorio e alla diaconia della parrocchia San Giovanni Bosco, alle parrocchie di San Marco evangelista, Santa Maria Maggiore, San Giuseppe, San Paolo apostolo, Maria SS. Incoronata, Santa Maria del Sabato Santo, alla Caritas di Vasto, alla Caritas di San Salvo, alla Casa di accoglienza Genova Rulli, alla fondazione Il Cireneo e altri doni sono stati destinati a delle famiglie bisognose dell’Alto Vastese. Alcuni pacchi saranno portati anche alla Caritas di Roma”.
I bambini della scuola di teatro “si sono sentiti davvero utili e portavoce di un messaggio di solidarietà di pace. Il cuore dell’iniziativa è stato questo, bambini che, in questi giorni di festa, hanno avuto attenzione per altri bambini”. Dopo il lancio dell’iniziativa la raccolta è cresciuta giorno dopo giorno. “Questa città ha un cuore enorme e ha risposto alla grande – aggiunge Maria Chiara Centorami – . Abbiamo viste tante raccolte alimentari che stanno dando un supporto prezioso a tante famiglie in questi tempi duri. Ho pensato che, per un bambino, a Natale, un regalo può essere considerato un bene di prima necessità. E ora siamo felici nel sapere che seicento bambini avranno il loro regalo da scartare”.
E la parola contagio, “in questi tempi connotata da un’accezione negativa – sottolinea Marzella – esprime al meglio ciò che si è innescato. Nel suo senso originario esprime l’essere in contatto e questa iniziativa ci ha permesso di dare una mano a famiglie che attraversano un periodo complicato mettendoci in contatto, seppur a distanza, con loro”.
L’iniziativa “non si sarebbe potuta mai sviluppare se non avessi avuto il sostegno del gruppo Agesci – aggiunge Centorami – . In futuro, se riproporremo qualcosa di simile, sarebbe bello ampliare le collaborazioni e il raggio di azione”. Nel raccogliere i pacchi dai negozi, catalogarli e poi consegnarli a chi si occuperà di distribuirli “ci siamo sentiti come gli aiutanti di Babbo Natale. Abbiamo vissuto questi giorni con tanta emozione e davvero dobbiamo dire grazie alla cittadinanza per come ha risposto. Per noi tutti è stato un sogno che si avvera”.