Ci sono tradizioni che il Covid non è riuscito a fermare. È il caso del Presepe vivente dell’Istituto san Francesco di Gissi, giunto alla XXIV edizione, e portato in scena dagli ospiti del Centro mercoledì 16 dicembre.
“Neanche la pandemia è stata in grado di fermare quello che è ritenuto uno dei momenti più forti, se non quello apicale, del percorso educativo-riabilitativo inerente la catechesi degli ospiti – commentano gli organizzatori -. Nonostante la forzata assenza del pubblico, si è scelto ugualmente di mettere in scena la rappresentazione solo per operatori ed ospiti. Si è ritenuto opportuno, nel difficile momento che stiamo vivendo, tra paure e distanze dagli affetti, ricreare l’atmosfera magica che si propaga dalle umili capanne all’interno della pineta”.
“Ancora una volta – proseguono – San Francesco ha aiutato ospiti ed operatori, in virtù della rappresentazione intitolata Il Re poverello, che si ispira al primo presepe vivente di Greccio, a rivivere con intensità emotiva il messaggio di amore e di speranza che scaturisce dalla nascita di Gesù Bambino.
E, rispetto alle edizioni precedenti, quest’anno gli ospiti, oltre ad essere stati chiamati a interpretare i ruoli all’interno delle capanne e della drammatizzazione, sono stati gli spettatori privilegiati della manifestazione, in quanto hanno potuto, staccandosi dalle loro capanne, fare visita al presepe.
L’augurio è quello di poterci dare appuntamento con la popolazione per il prossimo anno. Dagli ospiti ed operatori del San Francesco gli auguri più sentiti di Buon Natale”.