Nell’ambito del “Regolamento sui Beni Comuni”, adottato dal Comune di Lanciano, è stato sottoscritto nei mesi scorsi il “patto di collaborazione” denominato “1000 Alberi per Lanciano” tra un gruppo informale di cittadini e l’Amministrazione comunale, con referente l’assessorato ai Lavori Pubblici, con l’adesione di varie associazioni e realtà civiche locali quali il Comitato Piedibus, il movimento LaVeNuM, il CAI-Club Alpino Italiano sez. di Lanciano, il WWF-area Frentana e Legambiente, più altre sigle, gruppi e persone che si vanno via via aggregando.
Partire in questo periodo significa proporre una ventata di ottimismo in un periodo buio, perché piantare un albero è l’azione più consapevole di fiducia nel futuro, oltre che un atto concreto per combattere le devastanti alterazioni climatiche ed il diffuso inquinamento ambientale. È il segnale di un improrogabile cambio di direzione.
Dopo un’attenta analisi del territorio sono state individuate sia le aree di intervento sia le specie più adatte da inserire in ambito urbano su indicazione di botanici ed esperti del settore. Questi i parametri di scelta: l’appartenenza delle specie vegetali alle latifoglie autoctone italiane ed abruzzesi sia caducifoglie che sempreverdi, le loro esigenze ecologiche, la capacità di assorbimento dell’inquinamento aereo e terrestre (anidride carbonica Co2, polveri sottili, ecc.), la resistenza a parassiti e fitopatie, il ridotto impatto allergenico per la popolazione, la ridotta produzione di resine ed altri essudati che possono causare disagi alle persone, un apparato radicale non superficiale per evitare danni a pavimentazioni e sedi stradali. Ovviamente, si è tenuto anche conto dell’aspetto estetico e paesaggistico, quindi del portamento e delle dimensioni diverse degli alberi, il periodo di fioritura e fruttificazione, il cromatismo delle foglie in autunno. Sono state escluse le conifere (pini, abeti, cedri, ecc.) per il loro apparato radicale superficiale spesso causa di grossi problemi alla sede stradale, nonché per la produzione di pollini e resine che potrebbero creare fastidi alla popolazione.
Si inizierà con lecci, aceri, bagolari, siliquastri e corbezzoli per poi ampliare progressivamente il raggio delle specie da impiantare. Partendo nel 2021 dal primo intervento inaugurale e simbolico lungo i Viali delle Rose, l’operazione si svilupperà nel corso dei mesi e degli anni nell’intero spazio urbano allargando sempre più il raggio di azione ed avrà una valenza non solo ambientale e di aumento di bellezza e vivibilità collettiva, ma anche sociale, culturale e storica. Saranno coinvolte le scolaresche, i quartieri e tutte le realtà locali disponibili a collaborare e si proverà anche a reinserire in città le varietà antiche di alberi e piante ormai in via di estinzione e legate a specifici periodi storici, attraverso ad esempio la realizzazione di giardini degli alberi scomparsi, aiuole dei vitigni storici o delle rose antiche o l’installazione di alberi simbolici che hanno a che fare con la storia lancianese.
L’obiettivo è quello di ampliare il più possibile la partecipazione delle persone non solo durante le giornate di messa [mar_dx] a dimora degli alberi, ma anche nell’importantissima fase successiva di cura e manutenzione delle piante stesse, puntando così ad accrescere una consapevolezza collettiva diffusa sul valore insostituibile della vegetazione per la purificazione dell’aria e dell’acqua, la protezione del suolo, la riduzione del rischio idraulico, il miglioramento del microclima, la protezione dai rumori, l’aumento della biodiversità, il miglioramento complessivo del benessere psico-fisico degli individui, cominciando dai bambini.
Nello stesso tempo l’intenzione, è quella di sollecitare l’Amministrazione comunale ad una sempre maggiore presenza costante ed attiva in questo ambito, anche e soprattutto nella quotidianità. Insomma, ora più che mai è non solo necessaria ma obbligatoria la diffusione del verde in qualsiasi spazio, pubblico e privato, affinché si arrivi in tempi brevi ad un riequilibrio delle risorse naturali che eviti i cupi scenari prospettati dal mondo scientifico se non si cambiano radicalmente gli stili di vita e i modelli produttivi oggi dominanti.