I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lanciano ieri sera hanno notificato un ordine di esecuzione di misura cautelare nei confronti di un quattordicenne di Lanciano, coinvolto nell’aggressione di Giuseppe Pio D’Astolfo, 18 anni, avvenuta la sera del 17 ottobre nei pressi della Stazione Ferroviaria Sangritana.
“Il minorenne, in concorso con altri due coetanei e, successivamente, con il supporto di altri due maggiorenni, tutti indagati, è indiziato di aver aggredito D’Astolfo ed il suo amico G.B.A. di 26 anni, colpendoli con pugni al volto ed incitando gli altri due minorenni a tenere la medesima condotta”, spiega il maggiore Vincenzo Orlando, comandante della Compagnia carabinieri di Lanciano.
Le tempestive indagini condotte dai militari della Compagnia “avevano da subito individuato il gruppetto dei cinque che aveva partecipato all’aggressione, grazie ad una certosina ricostruzione degli accadimenti suffragata da testimonianze precise e filmati estrapolati da alcuni sistemi di videosorveglianza situati nei pressi del luogo dell’evento, ed a segnalarli alle competenti autorità giudiziarie (minorile ed ordinaria) che successivamente, avevano anche disposto il sequestro di tutti i telefoni cellulari dei soggetti coinvolti”.
[ads_dx]Il GIP presso il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, “ha riconosciuto che la condotta dell’arrestato è stata tutt’altro che passiva avendo egli anche incitato l’amico a colpire il D’Astolfo, evidenziando con pienezza la coesione del gruppo e la condivisione di codici di onore e regole comportamentali dai quali scaturisce che gli atti compiuti dal singolo siano condizionati e determinati, ben più che meramente facilitati, dal comportamento e dalla osservazione degli altri”.
Il giudice ha anche valutato che vi sono le condizioni per richiedere la misura cautelare, “specie riguardo al vigore dei condizionamenti collettivi, dai quali gli indagati appaiono fortemente vincolati, e sulla doverosità di condotte reattive reintegratici dell’onore o, comunque, della reputazione all’interno del gruppo, sia il pericolo di reiterazione non ritenendo adeguato l’ambiente familiare alla tutela degli interessi protetti”.
Ieri sera, dopo la notifica del provvedimento restrittivo, il quattordicenne è stato condotto presso una comunità educativa in provincia di Chieti, in affidamento ai Servizi Minorili dell’Amministrazione giudiziaria, in attesa dell’interrogatorio.