Sei settimane per “conoscere il destino” del Complesso Genova Rulli. Nicola D’Adamo, presidente dell’Associazione Vastese della Stampa, torna a parlare della struttura, prima residenza nobiliare, poi ospedale e sede del tribunale, diventata nel corso degli anni un edificio decadente. “Il 31 gennaio 2021 – dichiara D’Adamo in una nota stampa – c’è una scadenza importante per il Comune di Vasto. Se non avvia i lavori di ristrutturazione del Palazzo Genova Rulli a Porta Nuova, decade il ‘contratto di comodato d’uso’ e la proprietà torna nelle mani del Vescovo (o meglio del Seminario Arcivescovile di Chieti-Vasto)”.
Per “far capire meglio i termini della questione”, D’Adamo, in una lettera aperta, ripercorre tutti i passaggi della vicenda. “La storia ha inizio – scrive il presidente – con il Consiglio Comunale di Vasto, dell’allora sindaco Pietrocola, che con delibera 47 del 3 agosto 2005 decide di acquisire in comodato d’uso il palazzo Genova Rulli a Porta Nuova, con una discutibile contropartita: il Comune benevolmente poneva fine ad un lungo contenzioso e cedeva ‘in proprietà’ alla Curia alcuni locali del Complesso del Carmine”.
“Il 31 gennaio 2006 furono sottoscritti gli atti – prosegue D’Adamo – Il ‘contratto di comodato d’uso’ tra Comune e Seminario Arcivescovile di Chieti-Vasto prevede, tra l’altro, questi specifici punti: ‘il comodato avrà la durata di 60 anni, oltre a due anni per ogni 500.000 euro investiti, fino ad un totale massimo di ulteriori 20 anni’; al Comune viene riconosciuto il diritto di prelazione in caso di vendita o affitto; ‘passati 15 anni, qualora il comodatario (Comune ndr) non avesse dato corso ad alcun tipo di azione finalizzata al recupero, il Comodante (la Curia) può recedere dal contratto’; ‘il Comune di Vasto si obbliga ad effettuare tutti gli interventi di recupero e restauro conservativo necessari per completo ripristino della fruibilità dell’immobile’ da ‘eseguire a propria cura e spese'”.
“Questi sono stati i passaggi iniziali – dichiara – tutti avviati dal centrodestra, ma a giugno 2006, va al potere il centrosinistra. E da allora lettera morta. Né Lapenna né Menna si sono seduti a tavolino per esaminare come poteva essere valorizzato questo prezioso gioiello architettonico, a tutto vantaggio della città. Né è stato mai esplorato se si poteva trovare qualche canale di finanziamento”.
“Arrivati a questo punto – afferma – ci rivolgiamo all’intero Consiglio Comunale, sperando di trovare qualche ‘anima buona’ che voglia prendere a cuore il problema, cerchi di individuare un canale di finanziamento e blocchi la restituzione del bene al Vescovo. La Città del Vasto ha bisogno del Complesso Genova Rulli a Porta Nuova, è di inestimabile valore! Anche perchè confina con il grande edificio dell’ex Istituto d’Arte: con i due immobili si possono fare mille grandiosi progetti”.