Ripartenza.
È generalmente ardua la scelta del vocabolo iniziale.
È una strana gara mentale in cui tutte le parole si presentano adornate dei più splendidi e vari significati. Ognuna rivendica il proprio valore, il proprio prestigio e, nel momento esatto in cui viene scartata, è capace di sprigionare una forza comunicativa tale, da doverla resuscitare e buttare, nuovamente, nell’agone.
In un periodo così difficile come il nostro, in cui tutto è diverso da come siamo abituati a conoscerlo, anche questa sfida lessicale non resta indietro e veste, come tutto il resto, il differente abito dell’inaspettato. Non so se Omero abbia faticato per scegliere l’essenza delle sue opere, o se quei primi termini, Μ?νιν e ?νδρα, gli siano stati naturalmente offerti dal suo genio creativo.
So, però, che nel momento di iniziare l’articolo zero (questo) – zero per non allontanarci troppo dal quotidiano – tra i sentieri incrociati della scelta, quasi subito si è presentato un raro astro luminoso, capace di dissipare ogni sorta di ombra e di svelare il percorso che portava alla soluzione.
Senza dubbi.
Un cartello.
Una parola.
Ripartenza.
[ads_dx]Ripartenza perché oggi, come accade con le fenici, dopo l’oblio, dopo la stasi, risorge il giornalino del Pantini-Pudente.
Ripartenza perché le nostre vite, nonostante i problemi del presente, nonostante la distanza, non possono più stare ferme. La socialità, la comunicazione e lo stimolo reciproco devono continuare. Allo sconforto dei primi mesi deve subentrare il coraggio di andare avanti, anche se lontani. È proprio questo ciò che vuole rappresentare il nostro progetto: un luogo di scambio.
Una realtà in cui tutti, forti delle loro conoscenze e del loro vissuto, mettono a disposizione le carte che possiedono, con l’obiettivo di costruire un meraviglioso castello. Abbiamo voluto, quindi, mescolare insieme i colori di queste carte e provare ad immaginare un disegno, una forma per il nostro castello. Non abbiamo dovuto aspettare molto, prima che intravedessimo un ALVEARE.
Una realtà unitaria ma allo stesso tempo molteplice, perché divisa in celle, così come una è la nostra scuola e molteplici i suoi indirizzi, così come uno è il nostro giornalino e molteplici gli argomenti e i protagonisti. Questi ultimi, poi, nella nostra fantasia condivisa, rappresentano quei piccoli individui operosi, capaci di produrre un prodotto di qualità, che la natura chiama api e che noi definiamo scrittori.
Giunti a questo punto, non possiamo che iniziare e, dunque, invitare il nostro curioso lettore ad addentrarsi nelle pagine del nostro primo numero. A lui ricordiamo uno dei suoi diritti, ben espressi da Daniel Pennac: “il diritto di saltare le pagine”. Numerosi, infatti, sono gli argomenti trattati, dalla letteratura alla moda, e non pretendiamo che tutti siano di suo interesse. Così come non pretendiamo che in un solo pomeriggio venga letto tutto il giornalino.
La pubblicazione sarà a cadenza bimestrale. Quindi ci piacerebbe che il nostro ALVEARE fosse una sorta di amico silente, che non invada di rumore la mente per poche ore, ma che a poco a poco, di giorno in giorno, con un articolo, con una parola, possa comunicare qualcosa, instillare un dubbio, trasmettere una conoscenza.
Da ultimo, un invito al nostro giornalino, come ad un viaggiatore che inizia oggi il suo percorso.
Un invito a ricordare le parole di Kostantinos Kavafis:
“Sempre devi avere in mente Itaca raggiungerla
sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni…”
Buon viaggio a L’ALVEARE,
Buon viaggio a tutti noi.
Matteo Di Pietro
V B Liceo Classico Pantini-Pudente