Come chiamereste questo momento in cui, nel giro di poco tempo, siamo stati catapultati? In che sezione collochereste questa ambigua e inconsueta situazione? Da diversi mesi a questa parte la vita di ognuno di noi è stata totalmente stravolta: le priorità sono diventate altre, le preoccupazioni stanno crescendo a dismisura, la monotonia che assale e caratterizza le nostre vite contribuisce a peggiorare questo delicato periodo e le difficoltà aumentano con il susseguirsi dei giorni.
È un discorso che riguarda il mondo intero, ormai mortificato e indifeso, come se questa fosse la fine di tutto e noi fossimo privi delle forze necessarie per combattere e far sentire le nostre voci di dissenso. Inizialmente, quando tutto era nuovo e i diritti dell’uomo venivano limitati, le proteste erano all’ordine del giorno. Ad oggi tali contestazioni non sono sparite, ma non si riesce più a impiegare le energie in un qualcosa che andrà avanti oppure terminerà indipendentemente da noi. Sembra paradossale, ma se analizzassimo attentamente questo aspetto prenderemmo consapevolezza di molte cose.
Ad esempio è doveroso rivolgere uno sguardo ai giovani di oggi, ormai privi di ogni interesse, curiosità e voglia di impegnarsi. Spesso vi sarà capitato di sentire la seguente affermazione: “Il mio futuro non lo vedo”. È come se i ragazzi di oggi avessero davanti ai loro occhi un percorso totalmente annebbiato, verso cui si dirigono spaventati, incerti e timorosi oppure, addirittura, c’è chi decide di arrendersi in partenza e non intraprenderlo neanche.
[ant_dx]Un esempio calzante è la cosiddetta “didattica a distanza”, una modalità che, se da un lato permette loro di proseguire nello svolgimento e studio del programma scolastico, d’altra parte li distrae e rende consapevoli del fatto che il loro livello di attenzione diminuisce notevolmente.
I loro volti, di fronte ai computer, sono persi e, a tratti, speranzosi che tutto ciò termini il prima possibile.
Trascorrono le loro giornate relazionandosi con compagni, insegnanti e amici, ma in realtà lo fanno attraverso degli schermi che non sono in grado di trasmettere loro nulla di reale e che accrescono un senso di vuota e interminabile solitudine.
Poi c’è chi, invece, nonostante dopo diversi mesi dall’inizio di questa pandemia, è ancora impossibilitato nello svolgere la didattica a distanza a causa della mancanza di strumenti informatici e allora ci si chiede “cosa pensano della condizione in cui si sono ritrovati senza neanche accorgersene?”.
Ciò comporta un livello di disuguaglianza in costante crescita che, senza che nessuno se ne renda conto, sta provocando un insormontabile disagio.
Facendo una breve ricerca è emerso che a marzo, nelle prime settimane di didattica a distanza, il 10% dei ragazzi non disponeva di alcun mezzo necessario per seguire le lezioni online. Chi, invece, era dotato di tali mezzi, non riusciva a seguire le lezioni a causa di una rete non sufficientemente stabile e veloce.
Da questi brevi ma significativi dati è opportuno comprendere che non dobbiamo sentirci in dovere di compiere un’azione solo quando riceviamo un’esplicita richiesta, ma sarebbe opportuno ricordarci che viviamo all’interno di una società, la quale avverte il forte bisogno di cooperazione e aiuto reciproco.
A breve riapriranno le scuole e, se mai qualcuno avesse voglia trasgredire qualche regola, è doveroso che pensi e rivolga una particolare attenzione verso chi è meno avvantaggiato e ha come unico desiderio quello di tornare a seguire le lezioni in presenza, senza ostacoli e limiti. Oppure si può rivolgere uno sguardo anche verso quei ragazzi che si trovano all’Università e hanno appena iniziato questa nuova e fondamentale tappa della loro vita.
Pensate a tutte le persone che vi circondano perché da soli non siamo in grado di cambiare o migliorare un determinato aspetto, ma insieme sì.
Ricordatevi di non scegliere il bello o il divertente solo per avere un apparente appagamento, ma piuttosto proiettate i vostri sguardi e le vostre azioni verso il giusto, l’unico elemento in grado di fornirci serenità e speranza senza limiti di tempo.
Benedetta Argentieri