Ottiene il perdono giudiziale uno dei giovani convolti nell’inchiesta sulla violenza sessuale ai danni di una minorenne del Vastese. Lo ha deciso la Corte d’appello dell’Aquila riformando la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale per i minorenni, che aveva condannato l’imputato alla pena detentiva di tre anni.
La vicenda giudiziaria era scaturita da un filone d’indagine condotto dai carabinieri della Compagnia di Vasto, agli ordini del maggiore Amedeo Consales. Le inchieste avevano portato gli investigatori a scoprire episodi di violenza sessuale di gruppo e pornografia minorile. I fatti risalgono al periodo compreso tra febbraio e settembre del 2016. Gli sviluppi dell’indagine avevano determinato gli arresti del 4 giugno e del 9 agosto 2018 per complessive sei persone coinvolte [LEGGI].
Cinque indagati hanno chiesto la sospensione del procedimento e la messa alla prova per un periodo prefissato, al termine del quale si terrà un’udienza in cui il giudice valuterà se le prescrizioni sono state rispettate e, in caso di esito positivo, dichiarerà estinti i reati.
Diverso il percorso giudiziario scelto dalla difesa del sesto giovane coinvolto, anche lui minorenne all’epoca dei fatti. Il procedimento è arrivato a conclusione.
Il processo – In primo grado, il Tribunale per i minorenni dell’Aquila aveva emesso una sentenza di condanna a tre anni di reclusione.
Ieri mattina il processo di secondo grado dinanzi alla Corte d’appello dell’Aquila.
Il collegio giudicante, presieduto da Armanda Cervino, ha accolto le richieste formulate dall’avvocato difensore, Gianni Menna, e rideterminato la pena: due anni di reclusione dichiarando il “non doversi procedere” nei confronti dell’imputato “in ordine ai reati ascrittigli per concessione del perdono giudiziale”.
“Accogliamo con soddisfazione – commenta Menna – la pronuncia giudiziale di oggi, che chiarisce, definitivamente, anche la posizione del mio cliente rispetto agli altri coimputati, diversamente sottoposti alla misura della messa alla prova per un periodo di due anni”. Il legale esprime “rispetto per la persona offesa, però ora le vicende processuali hanno chiarito lo svolgimento dei fatti”.