La decisione del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che il 6 dicembre ha emanato un’ordinanza con cui ha disposto il ritorno dell’Abruzzo in zona arancione [LEGGI], continua ad alimentare il confronto politico.
A stigmatizzare l’atteggiamento del governatore, anche la federazione della provincia di Chieti del Partito Socialista Italiano. Psi che ha espresso la propria disapprovazione nei confronti del comportamento del presidente Marsilio che, scrivono in una nota stampa, “prima decide in completo tatticismo politico di istituire nella regione la zona rossa (consapevole anche delle gravi carenze sanitarie in cui versa il territorio) ed oggi, non rispettando regole che le regioni a livello nazionale hanno condiviso, decide di colorare la regione di arancione. Tutto per alimentare lo scontro politico con il governo nazionale”.
Scelta, quella del novembre scorso, di istituire la zona rossa senza aspettare il provvedimento ministeriale che, proseguono i socialisti, “ha ridotto il tessuto economico della regione al collasso. Gli esercenti e i lavoratori coinvolti rischiano di non riprendersi più da una scelta importante in senso negativo per un’economia già provata e ormai al collasso”.
“Una gestione della cosa pubblica non basata su dati certi e correttamente aggregati e utilizzati ricorrendo all’improvvisazione e suggestione del momento che ha comportato e creato condizioni davvero critiche sia sul piano della salute che su quello economico – sottolineano -. Chiediamo con forza di tornare a rilanciare il futuro della nostra regione ma sulla base delle convergenze dettate dal bene comune e non su cluster di parte come ad esempio la decisione, in piena pandemia, di stanziare 6 milioni di euro per il Napoli calcio”.
“La Regione Abruzzo non ha utilizzato i fondi a disposizione per la Sanità – dichiarano – creando così le condizioni per la chiusura in zona rossa dato che anche se i posti per la terapia intensiva sono sufficienti manca poi il personale sanitario. Allo stesso tempo siamo deficitari sul piano della vaccinazione per l’influenza stagionale che creerà a breve ulteriore ingorgo sui ricoveri ospedalieri”.
“Anche il governo nazionale non è scevro da errori – sostengono – questa è l’ora della responsabilità, le istituzioni devono collaborare per dare certezze, sicurezza e benessere ai cittadini che sulla loro pelle stanno vivendo un profondo disagio sociale acuito dalle diseguaglianze e dalla povertà. Mai come in questo momento si raccolgono i frutti di scelte incoerenti, di riforme costituzionali che hanno frantumato il sistema decisionale su materie universali quali la sanità, il lavoro, la scuola, che di fatto sono la spina dorsale e la trave portante per un’economia sana ed una coesione sociale”.
“La pandemia non è finita – affermano – il presidente Marsilio si concentri sui problemi della sanità abruzzese, se funziona quella, passeremo tutti le feste in maniera più serena e avremo una speranza in più per evitare una terza ondata e sperare che già dalla fine del primo semestre 2021 si possa vedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel”.