A stretto giro dalla diffida inviata dai ministri Speranza e Boccia [LEGGI], il presidente della Regione, Marco Marsilio, convoca una conferenza stampa per spiegare il discusso passaggio anticipato da zona rossa ad arancione annunciato ieri sera che ha portato l’Abruzzo al centro di un caso nazionale.
“Non condivido la posizione del ministro, così come il tono minaccio della lettera e la lettura della norma. È mio dovere far prevalere le ragioni dell’Abruzzo”, ha esordito Marsilio che poi ha ripercorso le tappe con l’anticipazione della fascia di rischio massima il due dicembre scorso.
Durante la conferenza stampa, Marsilio mostra anche i grafici del contagio: “Negli ultimi giorni abbiamo avuto una forte accelerazione dei guariti rispetto ai nuuovi positivi [QUI IL BOLLETTINO DI OGGI]. Tutti gli indicatori ci restituiscono una situazione gestibile: l’indice Rt pari 0,9, i posti letto in terapia intensiva al 37,5%, quelli in area critica al 44,6%. Abbiamo aggiunto 12 posti di terapia intensiva, 120 di terapia non intensiva. Stiamo esattamente nella media nazionale e pensiamo che la cura sia stata sufficiente. Tutti i dati dicono che stiamo come gli altri o meglio degli altri”.
[ant_dx]Nell’argomentazione del presidente, poi, l’eccessiva attesa per il passaggio da una fascia all’altra: “La cabina di regia ha riconosciuto positivamente l’adozione anticipata delle misure, ma il ministro non ne ha preso atto. Ad attendere la tempistica ministeriale ci ritroveremmo sottoposti a una cura eccessiva che ammazza il paziente. Ora i nostri legali stanno valutando la risposta, ma anche altre Regioni hanno chiesto di rivalutare i tempi troppo lunghi per scendere di fascia; il contrario, invece, avviene anche con 48 ore”.
Tra i vari dati citati da Marsilio c’è pure quello sullo screening in corso in provincia dell’Aquila, dove l’indice di contagiosità non arriva all’1%: “La circolazione del contagio forse è meno diffusa di quanto si temeva”.
Secondo Boccia e Speranza, la zona arancione sarebbe dovuta partire mercoledì 9, due giorni di differenza dall’ordinanza regionale che per Marsilio hanno un significato importante: “Questi due giorni sono fondamentali per il tessuto economico, non sono giorni qualunque. Se ci sarà un’onda d’urto difficile d’arginare, non avremo paura ad adottare misure più dure anche a Natale. Senza ordinanza, si sarebbe parlato di zona arancione la prossima settimana (della data del 9 dicembre Marsilio sarebbe venuto a conoscenza solo ieri sera, ndr) e di zona gialla dopo capodanno. Ora chiediamo ai cittadini e ai negozianti di rispettare e far rispettare le regole, mentre al Governo chiediamo di rivalutare la propria posizione”.
PAOLUCCI CRITICO – Il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Silvio Paolucci, resta critico: “Marsilio si arrampica sugli specchi e per coprire i suoi errori attacca il Dpcm. Non è una guida affidabile per gli abruzzesi, ha gettato un’intera regione allo sbaraglio, costringendo tutti alla sua interpretazione delle regole”.
“Questa vicenda, insieme a tante altre di questi mesi, descrive un governo regionale debole, confusionario e lento. Marsilio ha ignorato le regole. Nulla c’entra la politica e la burocrazia ministeriale, visto che delle attuali 20 regioni italiane ben 14 sono amministrare dalla destra e che tra queste solo l’Abruzzo ha chiesto volontariamente di finire in zona rossa. Non ce l’ha mai raccontata giusta Marsilio, nemmeno quando ha promesso ristori per l’economia che ai lavoratori non sono mai arrivati. L’auspicio dopo queste vicende è che il presidente e la sua giunta lascino perdere i dpcm per concentrarsi sull’Abruzzo e provare a governarlo”.