Allo scontro istituzionale governo-Regione si aggiunge, inevitabilmente, quello politico. Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha emanato un’ordinanza per far passare l’Abruzzo da zona rossa ad arancione. Lo fa senza il consenso del governo, che ora vuole diffidarlo ad aspettare almeno fino a mercoledì, quando saranno trascorse tre settimane dall’ingresso in zona rossa, disposto dallo stesso Marsilio con l’ordinanza del 18 novembre.
“Ennesima sceneggiata, ormai si sta oltrepassando ogni limite”, commenta Camillo D’Alessandro, deputato di Italia viva. “Prima Marsilio trascina nella zona rossa l’Abruzzo, senza ragione, e rimaniamo gli unici in Italia”, poi “si inventa una anticipazione fuori da ogni intesa e copertura normativa. Marsilio prima ci ha messo in queste condizioni ed ora vuole vendersi la Fontana di Trevi. Ci mancava pure il Totò d’Abruzzo. Il dramma è che ci getta nel caos e sopratutto getta nel caos le attività economiche abruzzesi”.
Fratelli d’Italia, il partito di Marsilio, difende il numero uno della Giunta regionale. Lo fa con una dichiarazione congiunta del coordinatore regionale, Etelwardo Sigismondi, e del capogruppo in Consiglio regionale, Guerino Testa: “L’obiettivo di fare uscire la regione Abruzzo il prima possibile dalla zona rossa, salvando il ponte dell’Immacolata, come promesso, è stato pienamente raggiunto e, come già ampiamente spiegato, grazie alla scelta lungimirante del presidente Marsilio e della sua squadra di governo, che hanno deciso di anticipare le misure più restrittive per ridurre il rischio contagio. Diversamente, la nostra regione avrebbe perso altri giorni importanti per il commercio e per l’economia, soprattutto quella legata all’atteso periodo natalizio. Il presidente Marsilio si conferma, dunque, guida autorevole dell’Abruzzo, capace di chiedere maggiori sacrifici alla sua gente, quando è necessario, e pronto ad assumersi grandi responsabilità sulle riaperture per salvare l’economia regionale”.