“Due cinghiali morti ai margini della statale 16, lungo il rettilineo di Casalbordino.
“È probabile che siano stati investiti da qualche mezzo pesante. Uno ha anche una ferita che sembra proprio provocata da un urto”, dice Michele Bosco, presidente dell’associazione Terre di Punta Aderci, sorta alcuni anni fa per tutelare automobilisti e agricoltori dai danni causati dagli ungulati che attraversano le strade causando incidenti e fanno razzia nelle campagne del Vastese. “Ora rischiamo di ritrovarcene fino a 10 mila nei campi del Vastese”.
Tra il lockdown e le restrizioni finalizzate a contenere questa seconda ondata della pandemia, le doppiette sono rimaste a casa.
Secondo Bosco, questo ha comportato il proliferare dei cinghiali, da cui deriveranno, nel prossimi mesi, conseguenze pesanti: “La Regione aveva adottato un provvedimento condivisibile facendo ripartire la selezione per contenere la riproduzione dei cinghiali”, afferma il presidente del sodalizio che ha raccolto oltre 2 mila firme lo scorso anno e promosso iniziative per chiedere l’intervento del governo regionale. “Ora, però, la caccia è ferma da ottobre causa Covid. Auspichiamo che sia prorogata almeno per tutto il mese di gennaio, poi bisognerà ripartire da una selezione fatta bene e utile per proteggere i campi coltivati. Senza la proroga – ammonisce Bosco – nel Vastese rischiamo di avere 10 mila cinghiali in più. Inoltre, a livello nazionale vanno presi dei provvedimenti, visto che in Abruzzo le aree protette ormai superano il 30% del territorio regionale. Se questo, da un lato, può essere motivo di vanto, dall’altro rischia di creare tanti serbatoi inespugnabili di fauna selvatica. Per questo – sostiene Bosco – è necessario che del problema si occupi il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali”.