Il contenzioso cala del 30%. Anche la mediazione viaggia sulla stessa percentuale. L’emergenza Covid ha inferto un ulteriore colpo agli studi legali del Vastese.
È caduto già da qualche anno il mito della professione agiata. Una situazione comune a molti settori professionali.
Sono stati 150mila, durante la prima ondata della pandemia, gli avvocati di tutta Italia che hanno presentato la domanda per ricevere il reddito di ultima istanza destinato ai lavoratori colpiti dall’emergenza Covid. In Abruzzo 3300 richieste su circa 6mila legali: la percentuale è superiore al 50%.
Nel Vastese -30% – “A primavera il rinvio dell’attività è stato inevitabile, il contenzioso è stato in gran parte rinviato”, racconta Vittorio Melone, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Vasto. “Poi, a giugno, nel rispetto dei protocolli, sono state trattate le prime udienze e quelle di fine causa, mentre l’istruttoria è stata espletata solo per l’esame dei testimoni qualificati, come gli imputati e le forze dell’ordine. Nelle udienze civili, si sono accumulati inevitabili ritardi nella fase istruttoria per evitare la presenza dei testi in aula. L’attività relativa al contenzioso si è ridotta di circa il 30% e un’analoga percentuale quantifica il calo nella consulenza e nella mediazione. E il 30% di mediazioni diventeranno tante cause in più, con conseguenze facilmente immaginabili”.
“Gratuito patrocinio pagato: boccata d’ossigeno” – “Nella giurisdizione civile – spiega Melone – a Vasto la media è di 1200 cause iscritte all’anno. Quindi, mediamente, tre cause a testa per i 398 avvocati del Vastese. Per molti il lockdown ha significato non lavorare o lavorare poco. Per fortuna, lo Stato ha provveduto alla liquidazione del gratuito patrocinio, di cui attendevamo arretrati risalenti al 2018 e al 2019, che sono stati saldati insieme a buona parte del 2020. Una boccata d’ossigeno per quegli avvocati che vivono della professione e per quelli che sono all’inizio. Da anni – commenta Melone – le libere professoni soffrono a causa della crisi economica. La professione forense, per troppo tempo, è sembrata un ammortizzatore sociale. Nel 2015 è iniziata la contrazione, perché è diventato costoso rimanere iscritti, visto l’obbligo di versare all’ente previdenziale, la Cassa forense, il 16% del fatturato, con un minimo di 4mila euro l’anno sulla base di una presunzione di fatturato non inferiore ai 17mila euro annui.
Da qualche anno, tanti avvocati si sono buttati nell’insegnamento. In passato, gli iscritti all’Ordine forense di Vasto erano più di 400, oggi siamo 398. Il trend – fa i conti Melone – non è cresciuto, ma non si è neanche ridotto, visti i costi tutto sommato accessibili di tenuta di uno studio legale dalle nostre parti. Ma non tutti coloro che superano l’esame poi si iscrivono all’Ordine”.