200mila tamponi rapidi e 60 postazioni drive in per lo screening di massa in provincia dell’Aquila. L’operazione annunciata nei giorni scorsi dal presidente della Regione, Marco Marsilio [LEGGI], coinvolgerà diverse figure professionali sanitarie, ma non i tecnici di laboratorio biomedico.
Così, l’ex presidente della commissione d’Albo dei Tecnici di laboratorio biomedico, Vincenzo Palumbieri, scrive una lettera aperta affinché anche questi ultimi vengano chiamati affinché possano dare il proprio contributo nella processazione dei numerosi test.
“Caro presidente,
come tutti i cittadini abruzzesi ho appreso dai media la notizia, che nelle ultime ore circola impetuosa, dell’arrivo di un ingente quantitativo di test antigenici rapidi che verrà utilizzato, nella provincia dell’Aquila, per uno screening di massa con la finalità di comprendere appieno la situazione dei contagi attuali dovuti al Covid-19
L’iniziativa è sicuramente lodevole e degna di nota poiché mira senza ombra di dubbio a salvaguardare la salute di una popolazione martoriata da questo virus terribile che oramai abbiamo tristemente imparato a conoscere. L’idea di voler dislocare 60 drive in, nella provincia aquilana, pronti a eseguire in tempi ristretti tamponi antigenici per mappare con precisione tutta l’area appare davvero utile e valida per il bene dell’intera comunità oggetto di studio.
La necessità di coinvolgere nel progetto medici, infermieri e amministrativi è di sicuro un elemento indispensabile per garantirne la buona riuscita. Ritengo altresì fondamentale sottolineare l’importanza di un’altra figura, che dall’inizio di questa nefasta pandemia, troppo spesso è stata omessa dallo scacchiere dei professionisti sanitari che hanno fornito il loro contributo con incessante abnegazione. Le chiedo di non dimenticare il tecnico sanitario di laboratorio biomedico che per il bene di tutti i cittadini, fin dalle prime batture di questo inaspettato contagio, ha messo in campo il proprio cuore e la propria anima per servire l’intera comunità, per onorare la professione che ha sempre svolto.
Dall’inizio della pandemia, quando si è compreso che il primo mezzo di contrasto sarebbe stato il fatidico tampone, questo professionista, senza esitazione alcuna, è sceso in trincea e ha continuato a prestare la sua opera nei laboratori abruzzesi sottoponendosi a turni estenuanti e a sedute psicologicamente e fisicamente molto stressanti per far fronte all’enorme mole di lavoro venutasi a creare.
Grazie anche ai tecnici sanitari di laboratorio biomedico in Abruzzo è stato salvaguardato quel diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività, sancito dall’art. 32 della Costituzione, ovvero la tutela della salute. Quanto è stato fatto è il frutto di un alto senso di responsabilità e di un eccezionale attaccamento ai propri concittadini e al proprio lavoro.
Purtroppo un beffardo destino, in questa sconvolgente parentesi virulenta, annovera questo professionista come un attore non protagonista in barba all’enorme impegno speso. Caro presidente sono convinto che ci siano ancora tutti i presupposti affinché il progetto venga modificato poiché non possiamo dimenticarci ancora una volta di una figura indispensabile nella processazione dei tamponi, non possiamo ignorare il supporto ineludibile di chi ha le competenze specifiche per l’esecuzione dei test antigenici rapidi. Come cittadino abruzzese e professionista sanitario sono convinto che questo sia il momento giusto per iniziare a collaborare con la Commissione d’Albo dei Tecnici di laboratorio biomedico al fine di perfezionare assieme il progetto di screening per il bene di tutta la comunità”.