“Come USB, abbiamo provato ad avanzare proposte alternative ai fumosi protocolli utilizzati in FCA, si è scontrato con il sistema aziendale, sposato dalle altre organizzazioni sindacali e con l’inadeguatezza degli enti preposti”.
Così Fabio Cocco, responsabile Lavoro Privato USB Abruzzo, sulla preoccupante situazione dei contagi in Sevel. “USB ha chiesto per mesi, inascoltata, la sanificazione di tutti i capannoni così da garantire ambienti più sicuri. Ha chiesto, – dice la nota di USB – senza ricevere risposta, che venissero effettuati i tamponi a tutti i lavoratori, in modo da individuare e fermare tempestivamente gli asintomatici”.
Più volte il sindacato ha chiesto di verificare la catena dei contatti dei contagi, la qualità e il numero delle mascherine fornite, l’igienizzazione e la sanificazione ad inizio turno, l’affollamento dei mezzi di trasporto pieni e la tempestività delle informazioni e delle disposizioni a seguito di un caso accertato.
L’USB in FCA fa quindi proprie le parole del comitato operaio per la sicurezza dello stabilimento di assemblaggio di Sterling Heights (FCA di Detroit): “fermare la produzione per fermare il contagio”, un monito che va oltre gli Stati Uniti, un messaggio rivolto ai lavoratori di tutti i Paesi. [mar_dx]
“Come sindacato – dice ancora la nota – continueremo a segnalare e denunciare le inefficienze di questo sistema, con la stessa determinazione che ci ha contraddistinto fino ad oggi, con la consapevolezza però che la situazione attuale si può affrontare e superare soltanto fermando le produzioni non essenziali. Mettere in sicurezza i lavoratori che producono beni non essenziali, restare a casa a salario pieno, – conclude l’USB – metterà in sicurezza anche il resto della popolazione”.