Egregio Sig. Sindaco,
sono una cittadina nata e residente a Fresagrandinaria,
ciò che mi spinge a scriverLe pubblicamente una lettera aperta – da molti, forse, ritenuto un mezzo obsoleto rispetto al moderno Facebook a cui non tutti possono accedere – è il mio dovere, senso civico e rispetto per la parte genuina del mio paese affinchè tutti possano sapere.
La mia non è una denuncia di problematiche locali e/o politiche né una disquisizione su quelli che sono i poteri o le competenze di un sindaco di una piccola comunità di poco più di 900 anime, per lo più anziana; gli stessi anziani che incarnano i valori umani veri ed univeralmente riconosciuti dove la necessità, il bisogno, ma anche le gioie, le vittorie e le conquiste si condividono nel bene e nel male.
Ho sempre visto il sindaco come una figura e un’autorità di riferimento, quello che mi permetto di dire con una locuzione latina Bonus Pater Familias che antepone il proprio tornaconto al benessere della Sua cittadinanza Familia. Le mie aspettative, probabilmente, sono troppo alte rispetto a quelli che sono i Suoi poteri effettivi.
La Costituzione Italiana, che Lei ben conoscerà, non è uno stantio e vecchio slogan pubblicitario: in questa carta c’è parecchio di buono. Essa è figlia di un compromesso politico, che pone fine ad uno dei peggiori periodi storici della nostra nazione. Tutto questo per dire che la Costituzione vanta un preciso articolo – l’Art. 2 Cost. – che impone i doveri di solidarietà sociale, politica ed economica, correlati alla tutela dei diritti inviolabili dell’uomo: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento, dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
[ant_sx]Al di là di questa premessa noiosa, sicuramente a Lei nota, penso che ciò che caratterizzi maggiormente il sindaco è la solidarietà indiscriminata e incondizionata nei confronti di tutti i cittadini siano essi rossi, gialli, belli, brutti.
Torno a ripetere che forse è una mia aspettativa, e che la realtà è ben altra soprattutto quando nella missiva del 21/11/20, da Lei sottoscritta, ormai di dominio pubblico [LEGGI], messo di fronte ad un bisogno e una difficoltà oggettivi di un comune cittadino, non indigente ma semplicemente impossibilitato, ad uscire e prestare assistenza ai suoi animali perché affetto da Covid-19, con tutta la famiglia, Lei esplicitamente replica dicendo “… dopo aver contattato tutte le Autorità competenti è emerso che la problematica non rientra tra le nostre competenze… ” e continua “… nonostante ciò ci siamo prontamenti attivati…”. Fortuna che la persona in questione è circondata da una moltitudine di amici, parenti, colleghi che si sono mobilitati in tutti i modi e mezzi!
Mi permetta, questa risposta mi lascia basita o meglio mi fa vergognare di essere fresana. E se un’anziana avesse fatto la stessa richiesta e non avesse familiari a cui rivolgersi? Avrebbe avuto la stessa risposta? Dov’è la solidarietà umana? Mi pare di capire che la persona bisognosa stia esprimendo un suo diritto e non favoritismi.
Voglio ricordarLe che stiamo vivendo un particolare momento storico nel quale l’aiuto, la solidarietà, l’altruismo sono caratteristiche che dovrebbero contraddistinguere tutti soprattutto chi ci rappresenta.
Mi sono permessa di scrivere perché penso che il silenzio, o meglio la mistificazione della verità, rischiano di diventare omertà.
Tanto Le dovevo e La ringrazio per avermi prestato un minuto del Suo prezioso tempo.
Tiziana Alessandrini