Durante questo viaggio stiamo ascoltando: Jumpin’ Jack Flash (Rolling Stones, 1968)
Quattro pareti e un tetto che si abbassa sempre di più. Respiro che manca. Silenzio assoluto fuori dalla finestra e un enorme frastuono nell’anima.
Come sarebbe stato il primo lockdown senza l’arte, senza il cinema, la musica? Senza le visite virtuali nei musei di tutto il mondo, senza gli sketch comici, senza il teatro classico e quello della commedia?
Come sarebbe stato senza poter riguardare le nostre foto scattate in periodi felici? Come sarebbe stato senza i ricordi della bellezza in tutte le sue forme?
Apro il finestrino dell’auto e prendo una boccata d’aria fresca mentre percorriamo la strada “Bifernina” dopo le timide riaperture post-lockdown per una sessione di reportage e ci dirigiamo verso l’interno del Molise.
È una giornata di sole e arriviamo nel borgo di Civitacampomarano attraverso una strada provinciale deserta, ma che ci fa pregustare il centro storico come addormentato sulla roccia con il possente Castello Angioino che, come se avesse il petto in fuori, svetta su tutto l’abitato del centro storico.
Saliamo in un paese ben curato che si presenta nel pieno dei suoi colori e, grazie ad una mappa che ci ha regalato una signora incontrata di fronte il Castello, girovaghiamo tra i vicoli ammirando i vari murales e alcune installazioni artistiche sparsi per i diversi angoli del paese e che diventano tema per CVTA’ StreetFest, un festival che ogni anno, grazie agli artisti e agli abitanti di Civitacampomarano, diventa un’attrattiva turistica oltre che culturale.
Sesto senso o richiamo della bellezza? Veniamo attratti in un vicolo e poi uno spiazzo che custodisce una strana installazione fatta con l’uncinetto, ma che rappresenta una gigantesca tela di ragno.
Da qui continuiamo verso delle scale che ci accompagnano su una terrazza ventilata dove si ha un colpo d’occhio incredibile sui tetti e sulla parte più antica del borgo di Civitacampomarano. Da quassù è bellissimo, la vista può spaziare come anche l’anima può farlo. Dopo quella chiusura è la prima volta che posso respirare così e avere la mente così libera.
Riscendiamo e, poco più giù, incontriamo una coppia di signori con accento del nord Italia che ci dicono che non si aspettavano un posto così bello e particolare e che certamente torneranno da queste parti nelle loro prossime vacanze estive. Ci chiedono: “Ma dove sarebbe quel posto particolare di cui tutti parlano?”. Di preciso non lo so, rispondo, ma andiamo assieme a cercarlo.
Andiamo a scoprire questa zona antica del paese ed è proprio qui che arriviamo in uno dei punti che è diventato emblema di tutto il Molise, l’ormai famosa scritta “Il Molise non esiste resiste”. Non nego che mi sono emozionato davanti a questa scritta. Ci facciamo una bella foto ricordo.
Ed è come se questa frase mi confermasse il fatto che la bellezza diventa visibile a chi la vuole o fa del suo meglio per vederla. Come a dire che per accorgersi della bellezza ci vuole una certa predisposizione degli occhi e del cuore. È il Molise esiste ed è bellissimo!
Sali e scendi, scale e scalini e ci è venuto appetito. Ci sediamo su un muretto antico, vicino c’è un tavolo di legno all’aperto con delle sedie dove ci sono dei vestiti messi ad asciugare. Una signora si affaccia dalla porta e ci saluta.
Carta argentata, tovagliolo e panino con prosciutto e formaggio. Mangiamo e diamo conforto allo stomaco, alziamo lo sguardo e le colline si aprono davanti a noi come se fossero pennellate su tela e diventano più sfumate verso l’orizzonte. Il cielo è azzurro con leggere striature bianche che le nuvole disegnano in orizzontale. Questa bellezza, reale e innegabile, dà conforto all’anima.
Di cosa abbiamo bisogno veramente? Penso che l’arte e la bellezza siano un bisogno dell’essere umano, al pari di mangiare, coprirsi, avere una casa e stare in buona salute, anche se forse ultimamente ce ne siamo dimenticati, rincorrendo miti di modernità che ci danno forse una felicità immediata, ma che poi risulta effimera e non duratura.
È proprio durante il periodo in cui siamo stati chiusi in casa che mi è apparso più chiaro che la bellezza e l’arte ci possono davvero consolare nei momenti di sofferenza e confermarci i momenti di gioia, meno rari di quelli che possiamo pensare se solo ci facciamo attenzione.
L’arte e la bellezza sono quella prova inconfutabile che la vita umana è degna di essere goduta in ogni momento, anche nei più bui, strani e assurdi. Per questo, a chi in questo periodo di ansie e paure può pensare più o meno esplicitamente: “La Bellezza non esiste”, mi sento di rispondere, con il giusto e ben pesato ottimismo, che invece: “La Bellezza resiste!”.
Risaliamo sull’auto e ripartiamo. Quale sarà la prossima tappa del diario di Viaggio “La Bellezza ai tempi del Covid”?
Roberto De Ficis – Travel & Food Blogger
>> viaggia nella tappa successiva (Morrone del Sannio, Casalpiano)
*il viaggio e le fotografie sono state realizzate tra il mesi di maggio e ottobre 2020 nel pieno rispetto delle regole anti covid e seguendo accuratamente le disposizioni dei vari DPCM in vigore.
Durante questo viaggio stavamo ascoltando: Jumpin’ Jack Flash (Rolling Stones, 1968)