Cupello Ambiente diffidata a ricevere rifiuti (Codice EER 19 12 12), al momento della ripresa dell’attività, da fuori (extra consortili) “in quanto non compreso nella documentazione progettuale valutata con giudizio Via n. 2168 del 14 marzo 2013”. È quanto si legge nel giudizio che il comitato regionale di Valutazione d’Impatto Ambientale ha emesso il 5 novembre scorso.
La vicenda è quella delle difformità progettuali venute fuori di recente [LEGGI] riguardanti la terza vasca del Civeta gestita dalla Cupello Ambiente e finita nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Vasto culminata nel sequestro dell’impianto del marzo 2019. Nel frattempo, in attesa della fine delle indagini, la discarica è stata dissequestrata, ma non può tornare ad accogliere rifiuti perché la Regione ha prorogato lo stop ai conferimenti di altri 6 mesi [LEGGI].
[ant_dx]Diverse le difformità riscontrate rispetto al progetto approvato anni fa. Tra queste, come detto, c’è il conferimento da territori extra consortili (uno dei principali punti contestati nell’inchiesta della Procura), nel giudizio di qualche giorno fa il Comitato Via aggiunge: “Qualora la ditta avesse l’interesse a continuare a conferire tali rifiuti, occorre presentare apposita istanza di Via, attivando le procedure di cui alla parte II del citato decreto”.
Che l’immondizia arrivasse anche da altri territori e regioni (Puglia, Campania, Lazio ecc.) non era certo un segreto ed era stato confermato anche durante un evento pubblica a Cupello, giustificando la circostanza con la sostenibilità economica del sito [LEGGI].
Altro aspetto è quello dell’aumento della volumetria netta dei rifiuti da 450mila metri cubi a 517.400 metri cubi, non ancora realizzata. Su questo il comitato precisa: “si ritiene che la ditta debba attivare le procedure di competenza di questo Comitato (di cui alla Parte II, Titolo III del D.lgs. 152/06)”.
Il comitato Via ha inoltre ritenuto che le altre difformità riscontrate non sottoposte a VIA, ma autorizzate in AIA, “non possano determinare ulteriori impatti ambientali significativi e negativi rispetto a quelli valutati dal Comitato nel 2013″: modifica parziale della viabilità della nuova discarica, modifica dell’ubicazione planimetrica dell’area di stoccaggio del percolato, modifica dell’ubicazione planimetrica della linea di adduzione del percolato ai serbatoi di stoccaggio, diminuzione dell’inclinazione delle pareti degli invasi di discarica relativi ai lotti 2 e3, innalzamento della quota di fondo dell’invaso del lotto n. 3 (dalla quota prevista in progetto di +161 m s.l.m. a + 172 m.s.l.m.), innalzamento della quota di abbancamento rifiuti e della relativa quota del top discarica a chiusura avvenuta, realizzazione area coperta stoccaggio provvisorio rifiuti, realizzazione area di servizio con nuova pesa a ponte e locale ad uso ufficio asservito alle operazioni di pesa e controllo formulari, realizzazione recinzione perimetrale dell’area interessata dalla nuova discarica, regimazione acque di prima pioggia e realizzazione piezometri per acque di falda.
Infine, il Via precisa che per altre valutazioni si attende l’esito dell’indagine della procura: “Per quanto concerne gli aspetti relativi all’art. 29, il Comitato si determinerà alla conclusione del procedimento penale, riservandosi di valutare le eventuali ulteriori difformità, in relazione ai documenti richiamati in premessa, anche con riferimento alle inclinazioni delle pareti degli invasi, che dovessero essere confermate nella attività di accertamento competenti e di controllo”.
Attualmente, i rifiuti del Vastese vengono stoccati nella prima vasca riaperta per l’occasione. Nella terza, gestita dal privato, proseguono i lavori di ripristino del fronte franato e dei danni provocati dagli incendi dello scorso anno.