Il mondo culturale vastese ha perso un altro dei suoi importanti rappresentanti. Si è spento due giorni fa, Domenico Zambianchi, per tutti Mastro Domenico, apprezzato scultore che per tanti anni si è dedicato all’arte classica. Oggi, nella concattedrale di San Giuseppe, l’ultimo saluto all’artista che, per tanti anni ha realizzato preziose sculture che oggi impreziosiscono luoghi pubblici e collezioni private.
“Domenico Zambianchi è nato a Vasto il 16 ottobre 1937. Figlio del volgo, dalle mirabili doti intellettive ed artistiche”, si legge nella pagina a lui dedicata sul blog Vasto Gallery. “Una vita fatta di sofferenze e di rinunce a causa delle difficili condizioni economiche della sua famiglia. All’età di cinquant’anni decide di lasciare la sua professione di imprenditore edile e di dedicarsi completamente alla sua più grande passione: la scultura classica.
Lo scultore Zambianchi, per tutti Mastro Domenico, ha raggiunto livelli di grandi artisti classici del lontano Rinascimento. Domenico Zambianchi, nasce a Vasto nel 1937, autodidatta, con qualche velleità letteraria, avendo un quarto di secolo fa pubblicato un libro autobiografico, è noto come lo scultore di opere colossali ed originali.
Modella in marmo e pietra figure classiche dettate dalla fantasia, ispirandosi alla mitologia greca o a personaggi della quotidianità, spesso raffigurando i suoi familiari che diventano così modelli. Ha esposto in varie mostre personali le proprie opere ottenendo il consenso del pubblico e della critica. Sue opere, sia in marmo che in pietra, si trovano presso enti pubblici e collezionisti privati”.
Sul blog Vasto Spa sono raccolti alcuni articoli a lui dedicati e i riconoscimenti ottenuti grazie alla sua arte. Si possono leggere anche le parole a lui dedicate nell’edizione 2005 de Lu Lunarie de lu Uaste. “Forse l’aggettivo che più gli si addice è quello dannunziano di artiere: perché Domenico Zambianchi è stato, sin da quando lavorava il mattone, assai più di un artigiano ed oggi, che ha abbandonato la cazzuola per lo scalpello, è più vicino ad essere un artista nel senso pieno della parola. Di lui si potrà dir tutto, tranne che non ha carattere, che non sia tenace come la pietra dura che modella con passione, che non sia un vulcano, nella continua ricerca di migliorarsi e di placare l’insoddisfazione, propria degli spiriti liberi e sensibili”.