Sono numerose le misure restrittive che i Comuni stanno adottando in questi giorni per far fronte all’aumento del numero dei contagi. Restrizioni che vanno ad inasprire quelle previste dall’ingresso della regione nella “zona arancione”. A far discutere, tra le altre cose, la limitazione dei mercati sul territorio, come disposto nei giorni scorsi, ad esempio, per quelli di Scerni e Gissi [LEGGI].
“In queste ore molti sindaci stanno chiudendo i mercati all’aperto, senza alcun appiglio normativo – denuncia Domenico Gualà, presidente regionale di Anva-Confesercenti, associazione che rappresenta i commercianti su aree pubbliche -. Vogliamo ricordare che le norme nazionali sono molto chiare: l’Abruzzo è in zona arancione e i mercati all’aperto possono tranquillamente svolgersi nel rispetto di tutte le normative anti-Covid, con distanziamento così come stabilito dalle linee guida. Non è possibile che singoli amministratori senza nessun dato oggettivo continuino a privare i commercianti ambulanti del loro lavoro senza nessun indennizzo previsto dal governo o da chiunque altro”.
“Quando si prendono decisioni così forti – aggiunge – bisogna tenere in considerazione il risvolto economico e il sostentamento delle famiglie che nei mercati lavorano: è necessario che la Regione e le Prefetture intervengano rapidamente sui Comuni”.
“Gli ambulanti – sottolinea anche Domenico Giampaolo, presidente di Anva-Confesercenti della provincia di Teramo – in questi mesi hanno collaborato con i Comuni e con le forze dell’ordine per il rispetto di tutti, al fine di far svolgere i mercati in sicurezza. Non c’è nessun motivo di chiuderli, il Governo non l’ha previsto e senza ristori abbiamo tutti il diritto di riportare il pane a casa. Se si continuano a chiudere i mercati si rischiano nuove tensioni nelle piazze, che devono essere assolutamente evitati”.