Alberi da tagliare nelle aree dei presidi ospedalieri di Lanciano, Vasto, Atessa, Casoli e Gissi. È quanto comunica la Asl dopo le verifiche sulle piante di medio e alto fusto seguite al crollo di alcuni rami in due diverse aree del “Renzetti” di Lanciano. L’azienda sanitaria ha incaricato l’agronomo Vincenzo Carlino che ha redatto un documento con la valutazione di stabilità delle piante, intesa come descrizione morfologica, anatomica, biologica e fitopatologica al fine di determinarne la pericolosità.
“La valutazione di stabilità individua le cure colturali e gli interventi utili alla riduzione della pericolosità – si legge nel documento – e definisce modalità e cadenza temporale dei monitoraggi necessari al controllo della sua evoluzione nel tempo. Nel caso in cui le condizioni di pericolosità non siano mitigabili, attraverso specifici interventi colturali, la valutazione di stabilità è lo strumento idoneo per individuare la necessità di procedere all’abbattimento dell’albero. Non fanno parte dei giudizi riferiti a condizioni di stabilità le valutazioni basate su criteri estetici, paesaggistici, ecologico-ambientali o relativi al valore ornamentale o di servizio, legato all’età, di alberature urbane”.
Dall’analisi è scaturita un’indicazione severa, per quanto non facile da accettare: è necessario intervenire per tagliare numerose piante perché a rischio di stabilità, che diventerebbero pericolose in caso di eventi atmosferici legati all’imminente stagione fredda: tempeste di pioggia e vento o grandi quantità di neve potrebbero causare crolli che metterebbero a rischio la pubblica incolumità.
Il doloroso taglio degli alberi a rischio di caduta è stato già compiuto all’ospedale di Lanciano e nei prossimi giorni stessa sorte toccherà a quelli di Vasto, Atessa, casoli e Gissi. La decisione, quindi, è stata presa con l’unica finalità di garantire la sicurezza di passanti, utenti e operatori. Si sta già lavorando, però, all’identificazione della tipologia di piante da reimpiantare al posto di quelle abbattute: molto probabile che la scelta cada sul leccio, caratterizzato da radici profonde che offrono nel tempo maggiori garanzie di stabilità.