Senza bonus Covid e col contratto scaduto ormai da più di otto anni, i lavoratori della sanità privata convenzionata rimangono in prima linea. Lottano contro la pandemia, si prendono cura di anziani e pazienti con malattie croniche e pluripatogie, “ma pare che nessuno si sia accorto di noi”, denuncia Daniele Leone, coordinatore regionale degli operatori sanitari iscritti alla Fp Cgil.
Il rappresentante sindacale dei professionisti del settore privato chiede al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e all’assessora regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, che il bonus erogato dal Governo alle Regioni “a titolo di indennità agli eroi della sanità, che hanno combattuto e combattono tutti i giorni contro l’emergenza, venga riconosciuto anche a noi”.
L’elenco degli esclusi comprende “infermieri, operatori socio sanitari, tecnici di laboratorio e di radiologia, medici, educatori, logopedisti, fisioterapisti, ausiliari e operatori sanitari”. I lavoratori rimangono in prima linea nella lotta al coronavirus, nonostante le ultime settimane abbiano fatto registrare 14 contagi nella Marsica, 70 in una Rsa dell’Aquila e 40 in un focolaio scoperto in provincia di Chieti. Per garantire assistenza, “rinunciamo alle ferie per rientrare in servizio, svolgiamo i doppi turni all’occorrenza”, ma l’esclusione dagli indennizzi “accresce il malessere in noi”.
Leone ricorda a Marsilio e Verì che altre Regioni “sono riuscite a trovare tra le pieghe dei loro bilanci quelle giuste risorse da impiegare” per “ripagare moralmente l’impegno profuso nei mesi bui del lockdown e di questa seconda ondata emergenziale tutti gli operatori sanitari”, affinché “il sacrificio, l’impegno dei colleghi della sanità privata non sia vano”.