“In un momento così o facciamo la rivolta o ci tiriamo su le maniche e proviamo a trovare il lato positivo della situazione”. Così i ristoratori del nostro territorio decidono di affrontare questo difficile momento storico in cui, alla crisi sanitaria, si è tristemente sovrapposta una grave crisi economica, soprattutto per loro che, come previsto dall’ultimo Dpcm di Giuseppe Conte, da ieri, sono costretti ad abbassare le saracinesche dalle ore 18 e, dopo la serrata della scorsa primavera, si tratta di un altro duro colpo al settore.
“Cosa possiamo fare se non cercare il lato positivo di tutto questo? Noi qui abbiamo il mare e puntiamo tutto sulla vista che, di notte, a cena, non ci sarebbe”, è la filosofia ottimistica di Filippo De Sanctis, gestore del ristorante Essenza cucina di mare, a San Vito Marina. “Nonostante la chiusura alle 18 dei ristoranti sia una scelta scellerata, proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno, – dice Filippo a Zonalocale – in fondo, siamo onesti, novembre è sempre stato un mese morto e la perdita di fatturato, almeno adesso, non sarà così importante. Quello che più preoccupa è il dopo, è Natale – sottolinea – e soprattutto queste nuove chiusure saranno l’ennesimo duro colpo inferto a tutto il nostro comparto, già in sofferenza dalla primavera”. Ma non è il tipo che si butta giù Filippo e infatti, in tutti i ristoranti di famiglia a San Vito, si erano perfettamente adeguati alle nuove norme anti covid e grazie al tracciamento obbligatorio dei clienti e con il loro consenso, è riuscito ad utilizzare tutti questi contatti per creare un database interno. “Da un obbligo ne abbiamo tirato fuori un’opportunità – ci spiega – rendendo un fastidioso tracciamento dei nostri ospiti, una operazione di marketing. Solo così possiamo andare avanti”. E anche sull’asporto e sulle consegne a domicilio si sta riorganizzando con nuove proposte in vasetto e da cucinare in casa con gli stessi profumi del ristorante.
“La situazione è drammatica, non si può definire in altro modo, ma cosa possiamo fare se non adeguarci e provare a trovare soluzioni alternative?”. Anche Costantino Di Toro, del ristorante pizzeria La Torre di Lanciano si è dato qualche ora per riorganizzarsi e ripartire con tutti i mezzi possibili, nei limiti imposti dalla legge. “Punteremo tutto sul pranzo anche se il nostro maggior introito, ovviamente, era dato dalla cena. – ci dice – E sto provando ad inventarmi qualcosa di diverso come un afternoon tea, in tipico stile londinese, per provare ad attirare dei clienti nella fascia pomeridiana con un’offerta nuova, mai vista in città”. Le preoccupazioni restano però tante. Dalla cassa integrazione per i dipendenti, alle incertezze per il futuro e i pagamenti che non si fermano con le chiusure ed un fatturato che, inevitabilmente scende. “Nessuno si aspettava un’estate così proficua – specifica – ma tutto il lavoro fatto è servito a tappare i buchi di una primavera con le serrande abbassate. L’asporto? Sì, possiamo fare qualcosa nel weekend, ma di certo non è lo stesso. Per incentivarlo proveremo a chiedere una sospensione della ztl o delle agevolazioni per i parcheggi all’amministrazione, sperando di ricevere risposte positive”.
Ma per chi aveva rispettato alla lettera le nuove disposizioni e si era messo in regola con distanze, igienizzanti, mascherine e coperti dimezzati, queste chiusure sembrano un po’ una beffa. Una beffa perché in tutta la stagione estiva non c’è stato alcun controllo nelle attività per verificare che tutti si fossero adeguati alle nuove norme. E allora che senso ha avuto fare i bravi se oggi si è messi sullo stesso piano dei cattivi?
“Noi abbiamo rispettato ogni nuova norma ma, dobbiamo essere onesti, non tutti l’hanno fatto e oggi ci troviamo a pagare anche per loro. – afferma Stefano Di Lallo, titolare del bar in piazza Plebiscito, Abruzzo Gourmet – Ma non è nel nostro stile fare polemica, per cui rimoduliamo la nostra offerta e puntiamo tutto sul pranzo. Non possiamo più permetterci il giorno di riposo settimanale, anche per non essere costretti a licenziare, – sottolinea ancora Stefano – e cercheremo di cambiare la nostra cucina in base alle nuove disposizioni”. E come Filippo De Sanctis, anche Stefano Di Lallo decide di incentrare la sua comunicazione sulla location e su quanto possa essere ancora più bella Lanciano col sole. Insomma, si fa quel che si può per restare a galla. “La sicurezza viene prima di ogni cosa e cercheremo di capire e recepire ancora meglio questo ultimo Dpcm – spiega Stefano – anche se forse, sarebbero dovute essere altre le cose da regolamentare. Ma non ci piangiamo addosso, accettiamo e cerchiamo ancora una volta di vedere il bicchiere mezzo pieno”.
Insomma, nonostante il momento nero, i ristoratori non vogliono buttarsi giù e chi in un modo, chi in un altro, provano a trovare il lato positivo in una situazione in cui, in un gioco di parole paradossale, la parola positivo è diventata negativa. Lamentano scarsi controlli con cui i ristoratori ligi avrebbe potuto continuare a lavorare e hanno paura per il futuro, sempre più incerto. Ma da ogni situazione critica, come si dice, ne viene fuori una nuova opportunità e loro ce la stanno mettendo davvero tutta per non mollare.