È stato arrestato dalla polizia stradale a Vasto, un uomo di origine cinese ritenuto a capo di un’organizzazione che consentiva di conseguire illegalmente la patente di guida a cittadini cinesi “che non conoscono la lingua italiana né tanto meno le norme del Codice della Strada”. È scattata così l’operazione Via della Seta, che ha portato all’arresto di 7 persone, a 45 indagati e una cinquantina di patenti sequestrate.
L’indagine, coordinata dal pm Elisa Buffa della Procura della Repubblica di Torino, è nata nel 2018 quando, “grazie ad una collaudata collaborazione tra la Motorizzazione Civile e la Polizia di Stato, gli agenti della squadra di polizia giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Torino sono intervenuti presso la sala esami della locale Motorizzazione a seguito di una segnalazione relativa ad un cittadino cinese, che con atteggiamento sospetto, stava effettuando la prova a quiz con la richiesta di ausilio del supporto audio ovvero delle cuffie con cui ascoltare le domande, oltre che visualizzarle sullo schermo”, spiega la polizia stradale del capoluogo piemontese.
[ads_dx]La truffa. Gli agenti sono intervenuti al termine della prova accompagnando l’uomo – che aveva superato l’esame – in una stanza attigua. Lì hanno scoperto come il cinese nascondesse, tra gli indumenti e sotto una parrucca, un telefono cellulare e un trasmettitore bluetooth. “Tale strumentazione era servita al candidato per ricevere suggerimenti da una terza persona posizionata all’esterno della Motorizzazione, che era in grado di avere contezza delle domande d’esame”. Infatti, pochè le stesse domande erano riprodotte dalla voce computerizzata attraverso le cuffie richieste per l’esame, il sistema escogitato era in grado di trasmetterle all’esterno così da permettere al “suggeritore occulto” di fornire la risposta esatta.
La complessità del sistema escogitato ha immediatamente dato il sospetto che esistesse “un’organizzazione ben strutturata finalizzata al conseguimento illecito di patenti di guida e che quanto accertato non rappresentasse un episodio isolato. L’esame dei tabulati telefonici delle utenze trovate in possesso del cittadino cinese e successivamente l’autorizzazione del gip. di Torino all’attivazione delle intercettazioni telefoniche delle utenze da essi emerse, permettevano di suffragare tale ipotesi”.
Le organizzazioni. Dalle indagini sono emerse “ben 2 organizzazioni criminali composte per la quasi totalità da cittadini cinesi che dietro il versamento di ingenti somme di denaro erano in grado di garantire il conseguimento di patenti di guida a loro connazionali che, conoscendo poco o per nulla la lingua italiana, avrebbero avuto difficoltà insormontabili ad ottenerle in modo lecito, attraverso il superamento dei relativi esami di teoria svolti presso le Motorizzazioni di tutta Italia.
L’ascolto delle conversazioni telefoniche intercettate ha permesso alla polizia di delineare compiutamente il modus operandi dei soggetti coinvolti in tale tipo di attività criminale che fruttava agli organizzatori dell’illecito sino a 7000 euro circa a patente a seconda del “servizio” offerto, che poteva riguardare la sola prova teorica o, come emerso nel corso delle indagini anche quella pratica“.
Dalle indagini emergeva che i candidati, oltre a non avere la minima preparazione teorica, presentavano enormi difficoltà nel comprendere la lingua italiana e quindi oltre a non essere in grado di leggere i testi dei quiz loro sottoposti, durante gli esami pratici non riuscivano a rispondere alle domande, anche a quelle di routine più elementari, poste loro dai vari esaminatori prima e durante l’esame di guida: circostanze queste che danno il segno dell’elevato pericolo che potevano costituire alla guida di un veicolo.
I due filoni d’indagine. Sono stati individuati 9 soggetti di cui 7 di nazionalità cinese 1, peruviano e 1 italiano, dimoranti a Torino, quali appartenenti a vario titolo a 2 distinte associazioni per delinquere che consentivano a soggetti di nazionalità cinese di ottenere il rilascio della patente di guida. Nell’ottobre del 2019 veniva depositata una prima informativa alla Procura della Repubblica di Torino, nella quale venivano deferite in stato di libertà 63 persone, ritenute responsabili di aver truccato 55 esami per il rilascio di patenti di guida. Ne seguiva una seconda nel giugno 2020 nella quale erano indagati altri 45 cittadini cinesi coinvolti in altrettanti episodi illeciti.
Così, mercoledì scorso, gli agenti della squadra di polizia giudiziaria della polizia stradale di Torino, con i colleghi di Cuneo, Novara, Rimini, Prato e Vasto, hanno eseguito “una misura cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Torino, nei confronti di 9 persone, 2 delle quali in carcere e 7 destinatarie dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria“.
L’arresto a Vasto. Gli uomini della polizia stradale di Torino e i colleghi della sottosezione di Vasto, mercoledì all’alba si sono recati nell’abitazione di Vasto Marina dove abita il cinese ritenuto dalla procura piemontese a capo di una delle due organizzazioni. La sua famiglia di origine risiede a Torino. “Ci risulta fosse a Vasto dall’inizio del 2020 – spiegano a Zonalocale dalla polizia stradale di Torino -, dove era arrivato per investire in un’attività commerciale (non interessata da indagini, ndr) con alcuni suoi parenti che sono da tempo in Abruzzo”.
Dell’uomo arrestato “sappiamo che è incline a viaggiare, spostandosi in tutta Italia. Al momento non risultano patenti conseguite illecitamente in provincia di Chieti ma l’indagine è estesa su tutto il territorio nazionale, sono tantissimi gli episodi sospetti”. Nel corso della perquisizione domiciliare la polizia stradale ha anche sequestrato un telefono cellulare. A seguito dell’arresto il cittadino cinese è stato trasferito nella casa circondariale di Torre Sinello, a disposizione dell’autorità giudiziaria.