“Quando in una vicenda di violenza il protagonista è un minore di 13 anni, è necessario porsi qualche domanda sui motivi che spingono un ragazzino a gesti di una violenza inaudita“. A dirlo è il movimento civico Nuova Lanciano, per bocca del suo portavoce Alessandro Di Martino, a seguito del pestaggio avvenuto sabato scorso sui binari dell’ex stazione Sangritana.
“Se la prima agenzia educativa è la famiglia, che tipo di situazione vive questo ragazzo tra le mura domestiche? – si chiede Di Martino – Lanciano è un piccolo centro di provincia, dove tutti sono facilmente riconducibili. Le famiglie disagiate si conoscono. Gli uffici preposti le conoscono e le monitorano. Allora nasce il dubbio che forse le criticità non siano da ricercare solamente nel degrado urbano. Esiste anche il degrado sociale, purtroppo. Magari – si legge ancora -è il caso di investire un po’ di più sul sociale, non solo attraverso la concessione di sussidi o elemosine”.
Un minore che vive in una situazione di disagio va tutelato, preso in carica e accompagnato con un percorso di sostegno atto a prevenire episodi come questo, senza aspettare che la situazione degeneri. Per farlo è però necessario programmare linee di intervento che garantiscano una certa continuità sul territorio.
La proposta di Nuova Lanciano è quella di attivare dei punti di aggregazione giovanile, luoghi in cui gratuitamente i ragazzi possano essere seguiti negli orari extrascolastici e magari avere la possibilità di svolgere attività sportive o artistiche.
“Nondimeno, – specifica Di Martino – bisognerebbe intervenire per tempo nei contesti familiari dove non vi è più alcuna tutela per il minore: in altri contesti, i minori sono stati allontanati dalla proprie famiglie anche per fatti molto meno gravi di quello su cui oggi tanto si discute. Per questi motivi, – conclude la nota – Nuova Lanciano chiede all’amministrazione in carica di sapere quali siano attualmente le strategie che si stanno adottando in ambito sociale e quali siano i progetti in essere volti alla prevenzione del disagio giovanile”.