Intitolare una strada di Vasto a Giorgio Almirante. Lo chiede all’amministrazione comunale di centrosinistra Orlando Palmer, segretario provinciale del Movimento Iustitia Nova.
È lo stesso Palmer a ricordare che il dibattito sulla figura del fondatore del Msi dura da decenni. Dirigente fascista e della Repubblica di Salò, dopo la Guerra Almirante guidò il partito fino al 1987, quando lasciò la segreteria a Gianfranco Fini, che poi definì il fascismo “male assoluto”.
Anticomunista, Almirante nel 1973 prese posizione a favore del colpo di stato in Cile e auspicò che ne avvenisse uno anche in Italia. Non condannò mai le leggi razziali. Perciò, quando il Comune di Verona ha deciso di intitolare una strada allo storico leader della destra, Liliana Segre non l’ha presa bene: “La città di Verona, democraticamente, faccia una scelta e decida ciò che vuole, ma non può fare due scelte che sono antitetiche l’una all’altra”, ha detto la senatrice a vita, reduce del campo di concentramento di Auschwitz, cui la stessa amministrazione scaligera aveva conferito la cittadinanza onoraria.
Nella vita di Almirante non mancarono gesti di solidarietà verso gli avversari, come quando visitò la camera ardente allestita per l’ultimo saluto al segretario del Pci, Enrico Berlinguer, cortesia ricambiata dai comunisti quando Almirante morì nel 1988. Un personaggio che continua a dividere. Chi lo apprezza, lo definisce autore della costituzionalizzazione dell’estrema destra. Per i detrattori, ha “mascherato un aspetto esteriore di un’ideologia violenta e democratica”, ricorda Palmer, che poi aggiunge: “Politici di tutti gli schieramenti, compreso l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, hanno partecipato alle commemorazioni della sua figura e ne hanno lodato l’attività politica”.
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