Mancano poco più di sei mesi alle elezioni amministrative di Lanciano e, seppur ufficialmente tutto tace, si iniziano già a scaldare i motori in vista del dopo Pupillo.
Dopo 10 anni di amministrazione, il centrosinistra vuole continuare a governare la città ma gli equilibri, ad oggi, sembrano essere un po’ più precari rispetto a quelli del 2016. Il Pd, prima forza di governo, potrebbe decidere di candidare l’attuale presidente del consiglio comunale, Leo Marongiu, ma ci sarebbe anche chi punta sulla candidatura in rosa della consigliera Elisabetta Merlino. Quale soluzione, quindi, per evitare la spaccatura del partito? Trovare un nome “nuovo”, esterno, che possa convincere tutti. E allora si parla dell’attuale capogruppo Pd in consiglio comunale, il chirurgo Carmine Lanci Lanci. Ma voci di corridoio darebbero in pole position il presidente del movimento ambientalista Nuovo Senso Civico, Alessandro Lanci, forte delle sue 1845 preferenze ottenute alle Regionali del 2019. Tra le anime che compongono il puzzle del centrosinistra non si può dimenticare il vicesindaco Giacinto Verna che, nel febbraio scorso, aveva detto a gran voce “sarò io il candidato sindaco di Progetto Lanciano e no, non passerò per le primarie” come aveva invece fatto, nel 2016, Pino Valente. Altro punto interrogativo per gli assessori Davide Caporale, in quota Italia Viva e la civica Dora Bendotti che, dopo 10 anni di assessorato alle Politiche Sociali, potrebbe decidere di fare il salto e puntare ad essere il primo sindaco donna di Lanciano.
Ma se Sparta piange, Atene non ride, anzi. Nel centrodestra la situazione sembrerebbe ancora più ingarbugliata attorno ad un tavolo a cui tutti siedono, ma nessuno sarebbe disposto a fare la prima mossa. I partiti ed i movimenti civici non riescono ancora a convergere né attorno ad un programma, né tantomeno ad un nome che possa fare da cappello ad un centrodestra che, nelle ultime tornate elettorali, ha vissuto sulla propria pelle come divisioni interne e nomi imposti dall’alto, portino ad una sola conclusione: un posto sicuro in opposizione. E mentre i partiti che siedono in consiglio comunale provano a trovare una quadra, voci accreditate vedrebbero l’ex sindaco Filippo Paolini pronto a scendere di nuovo in campo con delle liste di fidatissimi a suo sostegno. Ma in pole restano sempre Paolo Bomba, per Fratelli d’Italia [mar_dx] e Tonia Paolucci, Libertà in Azione che, dopo il 25% di preferenze del 2016, potrebbe riprovarci ancora. Outsider, l’imprenditore Donato Di Campli, pronto alla candidatura in quota Lega.
E se da una parte, a sinistra, si potrebbe giungere ad una conclusione con le primarie, a destra il rischio è che, mentre gli attori politici della città si parlano, si incontrano e discutono, dai vertici di partito potrebbe spuntare chi, con una mano dall’alto, cala il jolly, sparigliando i piani frentani.
Insomma, oggi sembrerebbe non esserci alcuna certezza ma, come diceva un famoso film con Christopher Lambert, alla fine “ne resterà soltanto uno”.