Cinquecento bauli neri in piazza Duomo a Milano sono stati il simbolo della protesta dei lavoratori dello spettacolo. Un settore che conta circa 570mila addetti e che vive da mesi una situazione di grande difficoltà per le restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus.
In Abruzzo da qualche mese è nata l’Associazione Service Abruzzesi – ARS Abruzzo -, a cui hanno aderito già circa 45 aziende della Regione. Il presidente Carlo Volpe, imprenditore aquilano, è stato sabato a Milano per partecipare a Bauli in piazza. “L’associazione, che è confederata alla Fedas (Federazione Aziende dello Spettacolo) è uno strumento per colmare un vuoto che c’è. Fino ad oggi come settore professionale non siamo stati molto organizzati tra di noi, ora, anche per la situazione che stiamo vivendo e che ci ha dato una spinta, qualcosa è cambiato”. L’evento di Milano “è stato il primo e più importante perchè non c’erano artisti a sostenere la causa con la loro visibilità. C’eravamo noi, 500 rappresentanti di tutti i lavoratori del nostro settore, a rappresentare le istanze di tutti. Certo, tanti artisti ci hanno dato sostegno, ma è chiaro che per un big dello spettacolo stare fermo anche due anni può non essere un problema. Per noi è un dramma“.
La pandemia ha rappresentato un duro colpo per il mondo dello spettacolo e per i suoi lavoratori. “Con i colleghi abruzzesi abbiamo fatto una stima delle perdite, quest’anno chiuderemo i bilanci con il 60-70% in meno rispetto al 2019″. Le restrizioni imposte agli spettacoli di ogni genere – concerti, rappresentazioni, feste di piazza, sagre e così via – hanno quasi azzerato le possibilità lavorative per tante aziende, dalle più piccole che operano su scala locale a quelle più grandi che sono nei grandi eventi. “Tra service e lavoratori di teatri ed altri eventi in Abruzzo saremo un migliaio di tecnici e tutti stanno soffrendo per questa situazione”.
L’associazione abruzzese ha avviato un dialogo con i rappresentanti istituzionali della Regione Abruzzo. “Abbiamo incontrato più volte l’assessore Mauro Febbo e il vicepresidente del consiglio Roberto Santangelo, consegnando loro una proposta a supporto del mondo dello spettacolo“. A livello nazionale c’è invece l’interlocuzione con il Ministero dello Sviluppo economico “affinchè la nostra venga riconosciuta come categoria dandole una definizione, assegnandole uno specifico codice Ateco. Questo ci permetterebbe di vedere riconosciute le nostre istanze”.
Tra le diverse problematiche legate al lavoro nel mondo dello spettacolo c’è un rischio che riguarda le professionalità del settore, piegate dalle difficoltà economiche del momento. “Noi imprenditori – spiega Carlo Volpe – acquistiamo il materiale da impiegare negli spettacoli e formiamo e fidelizziamo tecnici. Entrambe le componenti sono fondamentali per dare vita a quel lavoro di squadra che permette agli artisti sul palco di fare al meglio il loro lavoro. Dal punto di vista delle strumentazioni stiamo cercando di far fronte con diverse soluzioni agli impegni presi. Ma abbiamo il forte timore che i tecnici che, in questi mesi, sono rimasti a casa, possano allontanarsi dovendo giustamente valutare soluzioni diverse per il proprio sostentamento. Corriamo il rischio di arrivare alla ripresa, prevista per la prossima estate, senza poter contare sui tecnici che in questi anni abbiamo formato. Questo sarebbe disastroso ed è per questo che servono misure di supporto ai lavoratori”.
I Bauli in piazza hanno rappresentato un momento importante di unione tra tutti i lavoratori dello spettacolo e l’occasione per dare voce unica al settore. “La Fedas sta facendo il suo lavoro, le associazioni regionali confederate stanno svolgendo un’attività parallela mettendo a disposizione degli altri soci i loro risultati. Abbiamo intrapreso un cammino e andiamo avanti per il bene di tutti noi lavoratori dello spettacolo e le nostre famiglie”.