“Siamo arrivati alla vigilia del giorno sicuramente più importante della mia vita e devo dire che non mi sarei mai aspettato di vivere questa situazione. Ma le cose difficili, i momenti difficili, quando mi sono trovato a viverli, mi hanno sempre fatto maturare. Sono sofferente ma allo stesso tempo più maturo e consapevole di ciò che vuol dire la vita. Questo periodo mi ha insegnato più di quanto io non sapessi già che tutto è imprevedibile e difficile da calcolare”. Andrea Iannone, nella sede milanese di Lapresse, ha tenuto questa mattina una conferenza stampa a due giorni dall’udienza in cui il Tas di Losanna si riunirà per decidere sul suo futuro. Il 17 dicembre 2019 il pilota vastese dell’Aprilia era stato sospeso perchè trovato positivo ad un controllo antidoping [LEGGI] in occasione del gp di Malesia. Il riconoscimento della sostenuta contaminazione alimentare non ha impedito al tribunale sportivo di imporgli 18 mesi di stop [LEGGI] che terminerebbero nel giugno 2021. Ora c’è l’auspicio che i giudici di Losanna possano rivedere questa decisione permettendogli di tornare alle corse.
“La mia vita è cambiata, ho sempre corso in moto praticamente da quando mia madre mi ha partorito. Da un giorno all’altro, trovarsi a non poter fare più quello che hai sempre fatto – ma non per tua scelta ma perché ti obbligano a fermarti -, non lo auguro a nessuno. È stato un anno molto difficile, poche persone possono capirlo se non lo provano”.
[ads_dx]Iannone, accompagnato dall’amministratore delegato di Aprilia Racing, Massimo Rivola, e dall’avvocato Antonio De Rensis, ha parlato di come ha vissuto questi mesi e di cosa si aspetta dal futuro. “Il nostro obiettivo è riuscire a tornare e superare questa vicenda in modo positivo, affrontarla con grande determinazione per portare alla luce ciò che io più di tutti conosco. Mi auguro di tornare sulla mia moto, Aprilia è stata sempre dalla mia parte, mi ha sempre aspettato. La mia moto la vedo lì. Per noi piloti la moto ha un’anima e la sento“.
Facendo il punto su questa vicenda che lo ha coinvolto dice: “Mi hanno tolto la cosa più importante della mia vita, da un giorno all’altro, senza neanche che io sapessi tutto ciò. L’ho scoperto da un giornalista al telefono. Come posso sentirmi? Mi sento rapito, mi hanno rubato la vita, spero me la restituiscano almeno in parte”. Mostra però fiducia rispetto a ciò che accadrà. “Ci hanno dato delle regole e noi seguiremo le regole perché sono rispettoso nei confronti di questa vicenda. In generale nella mia vita sono sempre stato rispettoso nei confronti di tutti. È mio dovere rispettare ciò che mi viene imposto e le regole che ci sono, aspettando che la giustizia faccia il suo corso”.
Ormai da quasi un anno è costretto a stare lontano dalle moto, la squalifica gli ha impedito di guidare persino una moto stradale su un circuito. “Sono grato a tutte le persone che, in questo periodo mi hanno proposto un qualcosa di interessante, un po’ in tutti i settori. Ho rifiutato tutto perchè il mio obiettivo è sempre stato quello di tornare il prima possibile sulla moto, sull’Aprilia e in pista. Non ho mai pensato di mollare perché penso che ancora ho molto da dire. Ho iniziato un percorso in un progetto interessante un anno fa con Aprilia. È la prima volta che, in questi anni ,mi trovo a vivere un percorso così difficile ma così stimolante come quello di Aprilia con una persona come Massimo Rivola. Ho una stima nei suoi confronti importante come nei confronti del gruppo che mi ha sempre supportato. Il mio dovere è quello di tornare in pista il prima possibile e riuscire a far trionfare questa moto“.