Una giornata dedicata al ricordo e alla commemorazione quella di ieri a Lentella chiamata “Per il pane e il lavoro”. L’amministrazione comunale l’ha istituita in onore di Nicola Mattia e Cosmo Mangiocco, le due vittime dell’Eccidio di Lentella, e di Pierino Sciascia, ex sindaco di lungo corso.
IL MONUMENTO – Da ieri c’è il monumento “Il nodo” dello scultore Ettore Altieri a ricordare l’estremo sacrificio di Mattia e Mangiocco. È stato posto nella rotatoria all’inizio della strada comunale che dalla “Trignina” porta al paese, la stessa che i braccianti di Lentella, tra i quali i due contadini uccisi, stavano costruendo durante lo sciopero alla rovescia per protestare contro le lungaggini del Governo e per chiedere “pane e lavoro”.
“Il fazzoletto che l’uomo lavoratore portava sempre al collo aveva il nodo – ha spiegato Altieri – Lo si scioglieva per asciugare il sudore ed era anche un simbolo di unione con la donna che indossava sempre [ant_dx]un fazzoletto in testa. Il nodo e il fazzoletto erano simbolo di lavoro e fatica, di amore e lacrime, di colore e storia, era la vita dell’epoca”; la scultura è stata realizzata in pietra di gesso che caratterizza Lentella e si completa con una vanga e un piccone conficcati in altri due massi.
“Dopo 70 anni da quei fatti – ha detto il sindaco Carlo Moro, nipote di Mattia – il tema del lavoro è ancora centrale. Speriamo che il Governo attui politiche in grado di dare una risposta a questo problema”.
“Questo monumento – ha continuato Marco Ranieri, segretario provinciale della Cgil – ci deve ricordare che il progresso è stato pagato con il sangue. Sciascia è stato sindacalista nel sangue, ha sempre creduto in una società migliore e ha cambiato il volto del paese, era espressione di una passione politica ormai rara”.
Appassionato l’intervento del vicesindaco Alessio Bevilacqua che ha ricordato le estreme condizioni di povertà dell’epoca dei fatti: “Da quell’evento dobbiamo cogliere quei valori e principi per andare avanti nella vita. Percorrendo tutti i giorni questa strada probabilmente abbiamo dimenticato il sacrificio di Mattia e Mangiocco. Quei fatti ci ricordano che dobbiamo combattere per far valere i diritti di tutti e per il futuro non navigando a vista. La lotta era fatta non per il singolo ma da e per la collettività”.
Presente per l’occasione anche il senatore Luciano D’Alfonso, presidente della commissione Finanze e tesoro: “Questo è un suolo che ci racconta cos’è stato il passato. Sono valori quelli per cui vale la pena lottare”.
SCIASCIA, “LAICAMENTE IMMORTALE” – È stata poi la volta dell’intitolazione della biblioteca comunale all’ex sindaco comunista Pierino Sciascia. La struttura fu voluta dal primo cittadino che guidò il paese dal 1978 al 1997. All’interno dell’edificio è stata scoperta una targa scoperta dalla moglie Teresa e le figlie Gioia e Sabrina. Alla cerimonia erano presenti numerosi sindaci ed ex amministratori del territorio che con Sciascia hanno condiviso i propri mandati.
“Sciascia è laicamente immortale – ha detto D’Alfonso – Quando spendi il tuo tempo per gli altri diventi immortale. Una bella persona è quella che pensa ai bisogni della propria famiglia e della collettività e il vostro ex sindaco lo era”.
L’iniziativa si è tenuta nella piazza arricchita di recente dai murales di Marco “Keno” Del Negro e Andrea “Emeid” Ranieri; “La mano con il grano – ha spiegato un emozionato Keno – è il simbolo di una semina per il futuro di tutti affinché tutti vivessero senza oppressioni di alcun tipo”.
Il ricordo di Sciascia è stato affidato ai numerosi interventi che si sono succeduti davanti a tanti cittadini accorsi per l’occasione. “Ha cambiato il volto del paese – ha detto l’assessore Marco Mancini – con infrastrutture e servizi guadagnando il consenso popolare e fino all’ultimo è stato in prima linea. Ha sempre combattuto per una società migliore diventando il punto di riferimento per tanti. Il suo operato, con la biblioteca, è diventato bene di tutti: un esempio di come si possa essere vicino alla gente, tra la gente”
“Mio zio – ha ricordato William Turilli, nipote di Sciascia e oggi capogruppo di minoranza in consiglio comunale – lo ricordo sempre con l’immancabile copia de L’unità. Amava ripetermi ‘A volte bisogna fare un passo indietro per guardare in avanti'”.
“Ho iniziato a parlare di politica a 14 anni con lui – l’intervento di Gianni Cordisco, consigliere comunale e segretario provinciale del Pd – e con lui ebbi la prima tessera di partito”.
A tracciarne un “racconto politico” è stato l’onorevole Arnaldo Mariotti: “Pierino è stato un maestro. Si è battuto per affermare che i diritti dei lentellesi erano gli stessi diritti dei cittadini di Roma e Milano. È stato un autodidatta acculturato e questo luogo lo dimostra: qui vi poteva trovare i libri anche chi non li aveva a casa, non solo acqua e luce in tutte le case, ma anche cultura. Il rapporto con Pierino non era facile, era burbero, ma con lui si arrivava sempre a un compromesso nell’accezione positiva del termine. Ricordo l’accordo che fece con Remo Gasperi per la metanizzazione del territorio, Lentella fu la prima ad avere il metano. Fu segnato dall’Eccidio, ne parlava in ogni occasione. Sicuramente lo ricorderete per il cappello che portava sempre, anche d’estate: per lui era un modo di rimarcare la propria identità politica e che era finito il periodo in cui bisognava togliersi il cappello davanti al potere”.
A chiudere gli interventi, il sindaco Moro: “Queste iniziative erano in programma il 21 marzo, giorno del 70° anniversario, la pandemia ha fatto slittare tutto. Nel 2009, Pierino mi disse ‘Quest’anno dobbiamo organizzare una grande manifestazione, dobbiamo far venire tanta gente’. Quel 21 marzo ci fu tanta gente, ma per salutare lui che se ne andò proprio in quei giorni”.
La giornata si è conclusa con la consegna di tablet ai bambini delle scuole elementari da parte di Corrado Beldì, amministratore della Laterlite.
Durate il suo intervento, il senatore D’Alfonso ha ufficializzato la tappa lentellese nella visita del premier Giuseppe Conte il prossimo 23 ottobre alle ore 10.