Con l’ultima visita di controllo al J Medical di Torino, il centro medico della Juventus, si conclude con esito favorevole il processo di risarcimento per Francesco Rosario Caruso, 28enne di Montazzoli, che il 3 giugno 2017 rimase ferito nei fatti di piazza San Carlo a Torino [LEGGI]. L’azione di una gang, che spruzzò spray al peperoncino per poter mettere a segno dei furti tra le trentamila persone assiepate in piazza per assistere alla finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, provocò un fuggi fuggi che ebbe esiti devastanti. Due donne morirono a seguito delle ferite riportate, e 1600 furono i feriti.
Il giovane montazzolese, a Torino con gli amici, riportò una seria distorsione alla caviglia e ferite – causate da frammenti di vetro – ad entrambe le ginocchia. “Abbiamo deciso di non costituirci parte civile nel processo ma di avviare una richiesta di risarcimento stragiudiziale”, spiega l’avvocato Simone Troiano, del foro di Pescara. “Anche io, quella sera, ero in piazza San Carlo. Furono momenti drammatici”.
[ads_dx]La compagnia assicurativa Reale Mutua sta gestendo le oltre 1600 richieste di risarcimento. “Per il completamento della pratica – spiega Troiano – siamo stati invitati a Torino a sostenere la visita di controllo al J Medical e siamo stati ospiti della Juve al museo e alla Continassa. Anche se la società bianconera non ha responsabilità ha voluto comunque mostrare vicinanza a chi è rimasto coinvolto in quella brutta serata”.
Si va verso la conclusione della vicenda anche dal punto di vista legale. “Non speravamo in una qualche forma di vendetta sociale, ma la sola volontà era quella di poter rappresentare e manifestare le proprie ragioni, fiducioso che sarebbero state riconosciute con profondo senso di giustizia, con l’ulteriore e non secondario auspicio di consentire ai responsabili di metabolizzare quanto accaduto – commenta Troiano – .
Di certo tale epilogo aiuterà ad elaborare meglio i fatti ed il concetto stesso non solo di giustizia, ma anche di responsabilità. Solo in tal modo sarà possibile lasciarsi alle spalle questo drammatico episodio, senza rimuoverlo del tutto ma portando con sé la quasi impercettibile parte buona emersa in quel frangente. Concludiamo nel migliore dei modi la nostra battaglia legale iniziata 3 anni fa senza mai dimenticare, ed anzi nella speranza di aver reso giustizia a tutti i feriti e le vittime di questo sciagurato ed inauspicato evento”.