Una giovane donna di origini marocchine ed i suoi tre figli minori, di quali l’ultimo di soli due anni, si sono presentati al cancello della locale Stazione Carabinieri chiedendo ai militari di intervenire nei confronti di lei marito, anch’egli marocchino, asserendo di essere da diversi anni vittima di violenze e minacce. La violenta vicenda è accaduta qualche giorno fa a Castel Frentano.
La donna ed i suoi figli, molto spaventati e provati, sono stati quindi accolti in caserma, dove hanno ricevuto le prime assistenze dagli stessi militari dell’Arma e dove la donna ha poi potuto raccontare con maggiore tranquillità tutta la vicenda che la vedeva coinvolta in questa storia di violenze. In particolare, la vittima ha raccontato di continui episodi di minacce che era costretta a subire dal marito che, inoltre, la costringeva anche a non uscire di casa, minacciandola continuamente di morte.
Nel racconto la donna ha anche puntualizzato diversi episodi di violenza fisica con spintoni e percosse al volto ed alla testa, seppur mai refertate per l’impossibilità di poter raggiungere autonomamente l’ospedale. Di qualche giorno fa l’ultimo episodio di violenza, che ha convinto la donna a chiamare i Carabinieri i quali hanno raccolto una dettagliata denuncia ed hanno trasmesso un corposo rapporto alla Procura della Repubblica di Lanciano. [mar_dx]
La donna, nel frattempo, è stata affidata ai Servizi Sociali del Comune di Castel Frentano e collocata in una struttura protetta come previsto dalla vigente normativa in materia di “Codice Rosso”. Ieri pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Castel Frentano, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal GIP del tribunale di Lanciano che, recependo integralmente l’attività investigativa condotta dai Carabinieri e proposta dal pm Serena Rossi, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Ayad Abdelaali, 34enne, quindi tradotto nella casa circondariale di Vasto e dovrà ora rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia rischiando una condanna ad una pena che va dai 4 ai 9 anni di reclusione.