Mentre in Abruzzo si prende tempo evocando consigli regionali che dovranno dare un finto via libera al maxi-progetto di centro e-commerce a San Salvo, l’investitore è pronto a optare per altri lidi che farebbero ponti d’oro per giocarsi quest’opportunità.
Parliamo del caso dell’autoporto abbandonato finito al centro dell’interesse della 2K Engineering che ha già versato un acconto di 370mila euro all’Arap per l’acquisto del sito messo in vendita dalla stessa agenzia regionale a 3,7 milioni di euro e opzionato i terreni circostanti.
La procedura che fino a ieri viaggiava spedita ha subito uno stop a causa del veto della Lega che ha chiesto e ottenuto un passaggio dell’argomento in consiglio regionale [LEGGI], un passaggio insolito e non vincolante.
[ant_dx]Come raccontato più volte, l’autoporto non è più di proprietà della Regione da oltre un mese: il presidente Marco Marsilio con apposito decreto lo ha trasferito all’Arap il 25 agosto (in realtà ha trasferito le particelle sulle quali sorgono i manufatti, capannoni mai accatastati, il resto era già dell’agenzia regionale per le attività produttive). Lo stesso giorno è stato messo in vendita con un avviso della durata di un mese.
Il consiglio regionale è quindi chiamato a esprimersi su un bene non più di sua proprietà e su un progetto di un privato: campi, insomma, sui quali non ha alcuna competenza. Nel comunicato del coordinatore regionale della Lega, Luigi D’Eramo, e del consigliere Manuele Marcovecchio (che un anno fa al Centro parlava di valutazione di un altro generico progetto di rilancio, LEGGI) il passaggio in consiglio regionale è stato così motivato: “al fine di assicurare ogni più ampia condivisione e trasparenza nell’approvazione del progetto all’esito delle opportune valutazioni”, concetto non così facilmente traducibile in un punto all’ordine del giorno. Da ambienti regionali si apprende anche della difficoltà di elaborarlo, per non parlare delle tempistiche di convocazione per ora sconosciute (probabile che si voglia farlo passare prima anche nella commissione presieduta dallo stesso Marcovecchio). Il tutto, probabilmente, non porterà a una delibera, ma a una semplice comunicazione da parte del presidente Marsilio, durante la seduta, e conseguente dibattito: il minimo per provare ad apporre qualche nome a imperitura memoria su un’operazione di tale portata.
Il decreto, finito al centro dei dubbi della Lega, sarebbe stato sottoposto dallo stesso presidente all’esame dei vari dipartimenti e dell’avvocatura regionale: nessuno ha riscontrato problemi sulla legittimità dell’atto stilato sulla scorta della legge 97 del 2003.
La singolare impasse in cui è finita la vicenda rischia di far volare altrove l’investimento da 250mila euro e 3.150 posti di lavoro (quanto dichiarato dalla società proponente, LEGGI) che darebbe vita all’autoporto abbandonato il giorno dopo l’inaugurazione del 2008.
Il rischio sembra essere concreto. I rumors parlano del sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca, favorevole all’investimento (considerate anche le difficoltà dei grandi gruppi dell’automotive della zona industriale sansalvese) e fortemente preoccupata per l’esito della vicenda ingarbugliatasi a causa delle rimostranze del suo stesso partito (il disappunto sarebbe palpabile). Finora il primo cittadino non è intervenuta pubblicamente sulla vicenda. Il suo timore è dettato dalla lunga lista delle realtà già valutate dalla stessa società e, per ora, considerate alternative secondarie grazie alla posizione strategica dell’autoporto (vicinanza con A14, “Trignina” e Statale 16): Termoli dove il dibattito sull’occasione persa è vivo, Fossacesia e alcune aree in Puglia.
Infine, la frase conclusiva del comunicato congiunto Marcovecchio/D’Eramo, “Sarà, altresì, premura della Lega Regione Abruzzo, nonché del sottoscritto presidente della commissione Territorio, Trasporti e Infrastrutture, favorire, con particolare sollecitudine, la definizione dell’iter procedimentale e ogni conseguente provvedimento autorizzativo”.
Se il consiglio chiamato a riurnisi sul tema è già una forzatura probabilmente per intestarsi l’operazione, quest’ultimo passaggio sta creando più di un imbarazzo nella stessa maggioranza di centrodestra in Regione.
Per la conclusione della procedura di vendita, manca solo l’assegnazione da parte dell’Arap, poi sarà la volta del permesso a costruire di competenza comunale: come faranno un coordinatore regionale di partito e un consigliere a “favorire, con particolare sollecitudine, la definizione dell’iter procedimentale e ogni conseguente provvedimento autorizzativo”?