Un indizio in più nella riconversione dell’autoporto abbandonato di San Salvo. L’avviso pubblico dell’Arap ha incassato la risposta di più di una società interessata al sito. L’avviso scaduto alla mezzanotte di venerdì 25 settembre metteva in vendita il sito per 3,7 milioni di euro [LEGGI].
Da giorni si rincorrono le voci sul futuro dell’autoporto che manterrà la vocazione di polo logistico diventando uno dei più importanti snodi del Centro-Sud di una nota realtà dell’e-commerce: le indiscrezioni parlano di Alibaba o Amazon, con quest’ultima in vantaggio.
[ant_dx]I numeri dell’operazione la porrebbero dietro solo alle aperture, alla fine degli anni Sessanta, di Siv e Magneti Marelli (oggi Pilkington e Denso). Alcuni dei terreni limitrofi, di privati, sarebbero già stati opzionati portando la superficie complessiva del sito a poco meno di 25 ettari. Gli edifici presenti (due capannoni e il bar-ristorante vandalizzati a più riprese e spogliati anche di infissi e cavi elettrici) saranno abbattuti per far spazio alle opere previste dal progetto.
L’area di San Salvo avrebbe sbaragliato la concorrenza (in valutazione c’erano altri terreni in Val di Sangro e Termoli) grazie alla posizione strategica rispetto alla Statale 650 “Trignina” (all’epoca furono costruire apposite rampe di accesso che dopo la vendita resteranno di proprietà dell’Arap) e alla vicinanza alla Statale 16 e al casello dell’A14 Vasto Sud.
Il 25 agosto scorso, il presidente abruzzese Marco Marsilio con un apposito decreto ha trasferito il sito dalla Regione all’Arap; quest’ultima, nello stesso giorno, lo ha messo in vendita.
E le ricadute occupazionali? In un territorio affamato di lavoro la domanda principale è questa. Pur con la precauzione del caso, i numeri sarebbero importanti: una base di 800-1000 posti che potrebbero lievitare a seconda delle esigenze dei periodi di picco delle vendite on line ricalcando il modello di Passo Corese (Rieti) dove nel 2017 è stato aperto uno dei più grandi centri Amazon d’Italia.
Tra le reazioni ci sono quelle di chi vede di buon occhio l’investimento ma chiede che i soldi della vendita siano destinati alla zona industriale sansalvese, di chi pone dubbi su procedure di vendita troppo veloci (decreto di Marsilio e avviso pubblico nello stesso giorno) e di chi teme contaccolpi negativi sui piccoli negozi di prossimità. È il caso di Confesercenti, l’associazione di categoria è intervenuta alcuni giorni fa sulla vicenda: “Alla politica chiediamo un impegno per darci la possibilità di competere ad armi pari. Siamo preoccupati perché ci sono settori che si stanno prosciugando velocemente e di cui non ci sarà più traccia nel giro di poco tempo se non ci sarà un forte intervento normativo” [LEGGI].
In questi giorni l’Arap valuterà le offerte e assegnerà i relativi punteggi. Se le carte saranno a posto, si concretizzerà la vendita di una cattedrale nel deserto costata circa 9 milioni di euro e chiusa il giorno dopo l’inaugurazione del 2008.