In concomitanza con la scadenza dei termini per rispondere all’avviso pubblico dell’Arap per la vendita dell’autoporto di San Salvo [LEGGI], Confesercenti prende posizione evocando timori per le ricadute sul commercio locale.
I rumors infatti parlano dell’insediamento di importanti gruppi di e-commerce (Amazon o Alibaba) con rilevanti ricadute occupazionali.
L’associazione di categoria chiede di poter competere “ad armi pari”: “Non è più rinviabile neppure di un giorno il dovere per le istituzioni di fissare nuove regole che garantiscano alle due forme di commercio di convivere e competere con gli stessi doveri fiscali. Quando le regole sono le stesse entrambe le forme sono in grado di crescere, ma con il dumping fiscale e sociale non si va da nessuna parte”. Ad affermarlo è il presidente regionale di Confesercenti Abruzzo, Daniele Erasmi, che cita i dati Istat che parlano di una crescita esponenziale, durante i primi sette mesi del 2020: “commercio elettronico (+28,5%) contro un calo dello shopping del commercio fisso complessivamente dell’8,5%, con i picchi di crisi nell’abbigliamento (-27,9%), nelle calzature (-17,3%), nell’elettronica (-14,9%) e nella cartolibreria (-13,4%)”.
[ant_dx]”Siamo preoccupati – continua – perché ci sono settori che si stanno prosciugando velocemente e di cui non ci sarà più traccia nel giro di poco tempo se non ci sarà un forte intervento normativo. I segnali sono di natura opposta: si rincorrono voci dell’imminente insediamento di un punto logistica Amazon in Abruzzo, che starebbe valutando con insistenza l’autoporto di San Salvo e altri due impianti nel Teramano e in Val di Sangro”.
A intervenire sull’argomento c’è anche Franco Menna, titolare di uno storico negozio di calzature in centro a Vasto: “Il commercio online sta trasformando il tessuto dei principali agglomerati urbani di tutto il mondo, con un grande impatto sul traffico, sulla sicurezza stradale e sull’inquinamento. Non vogliamo fare una battaglia ideologica contro il commercio online ma serve una regolamentazione per riequilibrare la tassazione a quella del commercio tradizionale. Il differente trattamento produce uno squilibrio nei confronti del negozi tradizionali, non più tollerabile. Va bene la concorrenza, ci attrezzeremo, ma basta con la disparità di trattamento. Non è più tollerabile subire ulteriormente un dumping fiscale di questo tipo”.
“Un insediamento di questo tipo – continua Menna – deve tener conto anche dell’aumento di traffico e del ritorno negativo in termini di inquinamento in particolare nelle aree urbane. E poi diciamo no ai favori ai grandi gruppi privati: i beni pubblici se devono essere venduti bisogna che si faccia al giusto prezzo”.
“Bisogna adeguare la legge regionale sul commercio, equiparando le grandi piattaforme logistiche agli insediamenti della grande distribuzione – aggiunge il direttore regionale Lido Legnini – Come è successo con l’arrivo della grande distribuzione negli anni Novanta, nata sull’onda dell’entusiasmo di nuovi posti di lavoro, anche in questo caso ci sarà solo e semplicemente un travaso dei posti di lavoro esistenti dalla piccola impresa alla logistica, impoverendo ulteriormente il tessuto delle micro e piccole aziende abruzzesi. Il commercio online non è una risposta al prezzo dei prodotti, è semplicemente una richiesta del consumatore di un servizio di acquisto e consegna da casa. Un servizio che da sempre può garantire il negozio sotto casa, e che è possibile sperimentare, come abbiamo dimostrato anche come Confesercenti Abruzzo durante il lockdown, con risultati importanti per le micro imprese. Come Confesercenti stiamo promuovendo i necessari processi di innovazione nei confronti delle piccole imprese del retail: chiediamo che Regione e altri Enti si facciano carico di un programma pubblico di formazione e accompagnamento all’innovazione per aiutare le micro e piccole imprese”.