Ventuno ettari bruciati tra falesia (9,5 ettari), dune (4 ettari) e altre aree – coltivate e incolte. Questi i numeri dell’incendio che, lo scorso 30 agosto, ha interessato la zona di Punta Penna, all’interno della Riserva Naturale regionale di Punta Aderci [LEGGI].
La cooperativa Cogecstre, che gestisce la Riserva, ha presentato a palazzo di Città la relazione redatta dagli esperti in materia, Caterina Artese, Gianfranco Pirone e Vincenzo Ronzitti, con il supporto dei rilievi con il drone di Claudio Giancaterino.
“Per il sistema dunale – si legge nella relazione [CLICCA QUI]- merita osservare che tale habitat possiede un buon grado di resilienza e, quindi, ci si aspetta una ricolonizzazione spontanea di quella porzione di vegetazione distrutta dal fuoco. Tuttavia, occorre sottolineare che l’incendio potrebbe causare il lussureggiamento di specie vegetali ruderali ed esotiche invasive che, com’è noto, oltre a banalizzare gli ambienti naturali, rappresentano, dopo il consumo di suolo, la seconda causa di minaccia e riduzione della biodiversità”.
[ads_dx]Nella relazione illustrata da Fernando Di Fabrizio, presidente della Cogecstre, viene fatta anche stima dei fondi necessari per il ripristino di strutture andate bruciate (come passerella e staccionate), per gli interventi ambientali. Nel conteggio sono previsti anche l’acquisto di un mezzo antincendio e l’installazione di punti antincendio fissi ai margini della falesia. “Purtroppo la problematica degli incendi interessa, da sempre, tutti gli ambienti naturali d’Italia. Ricordo che a Punta Aderci, come in pochi altri luoghi, c’è anche un presidio fisso”. Ma su questo aspetto bisognerà necessariamente confrontarsi con i proprietari dei terreni – rappresentati dall’associazione Terre di Punta Aderci – per creare un’efficace alleanza in termini di prevenzione. “Quanto accaduto lo scorso 30 agosto – ha aggiunto Alessia Felizzi – ha messo in luce quanto la Riserva sia amata. Tanti giovani, nei giorni successivi, si sono attivati, anche con la raccolta fondi spontanea”.
Riserva amata e frequentata che, in alcune circostanze, deve far fronte alla problematica dell’affollamento. “Per la prima volta a livello regionale si sta conducendo uno studio sulla capacità di carico antropico delle aree protette abruzzesi“, hanno spiegato i responsabili della Cogecstre. Con quei dati, frutto di studi, sarà possibile attuare misure per regolare i flussi.
Questo studio è “un punto di partenza a cui seguiranno ulteriori approfondimenti, che ci consente oggi di richiedere un sostegno economico alla Regione Abruzzo e al Ministero competente – ha commentato l’assessore Paola Cianci -. L’eccezionale fioritura del giglio di mare nell’area dunale incendiata rappresenta per tutti noi la speranza che il ripristino ambientale avvenga il prima possibile. Cogliamo ancora una volta l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno espresso solidarietà per l’accaduto e fornito importanti spunti di riflessione per il futuro della Riserva”. E il sindaco Francesco Menna ha annunciato di inviare la documentazione a tutti gli enti preposti. “Ci aspettiamo una pronta risposta a queste problematiche che interessano la nostra bellissima area protetta, punto di riferimento di tutte le Riserve della Regione Abruzzo”.