L’Amministrazione comunale e le Associazioni combattentistiche e d’Arma di Vasto hanno ricordato questa mattina, alle 10:10 precise, i 150 anni dalla breccia di Porta Pia.
Una corona di alloro è stata deposta dal vicesindaco Giuseppe Forte e dal tenente a riposo dei bersaglieri Edoardo Tereo alla lapide posta nei pressi della sede dell’Associazione marinai d’Italia che ricorda il vastese Antonio Bosco, bersagliere del 39esimo Reggimento di Fanteria, che perse la vita nella presa di Porta Pia.
Forte ha ricordato l’importanza di ricordare eventi che hanno segnato la storia dell’Italia mentre il generale di divisione dei carabinieri a riposo, Gianfranco Rastelli, ha evidenziato il sacrificio di tanti militari italiani che hanno perso la vita nello storico episodio risorgimentale con la conquista di Roma.
A ricordare la figura di Antonio Bosco è lo storico Lino Spadaccini, in un articolo pubblicato sul blog NoiVastesi. “Nato a Vasto il 3 febbraio 1843 da Pietro e Maria Nicola Gileno, svolse da giovane l’attività di muratore non seguendo le orme dei genitori panettieri. Sposato con Elisabetta Spadano, ebbe un figlio, Luigi, che morì dopo pochi mesi di vita. Animato da spirito liberale, venne arruolato nel 39° reggimento fanteria, al comando del colonnello Belly. Durante gli scontri a Porta Pia rimediò una ferita alla gamba destra. Ricoverato presso l’Ospedale di S. Giovanni in Laterano, morì cinque mesi più tardi, il 3 aprile 1871.
Il suo nome è scolpito sulla lapide ai caduti, murata dove venne aperta la breccia e, precisamente, fra la quarta e la quinta torre esistente da Porta Salara a Porta Pia. A Vasto, il 4 luglio del 1902 venne scoperta una lapide (ancora oggi visibile sul lato nord di Palazzo d’Avalos) in onore dei patrioti vastesi Giuseppe Ricci, Antonio Bosco e Gaetano Marchesani”.