Di cosa parliamo – Un nuovo ospedale, quello di Vasto, tre luoghi diversi: al confine con San Salvo, in Val di Sangro (ospedale Vasto-Lanciano) o al confine tra Casalbordino e Villalfonsina, a ridosso della Statale 16. Nel centrodestra posizioni discordanti. Dopo 21 anni di promesse (provenienti da destra e da sinistra), della nuova struttura ospedaliera non è stata posata neanche la prima pietra.
Di seguito il contributo di Angelo Bucciarelli, uno dei fondatori del Polo Civico nato in vista delle prossime Amministrative vastesi.
Animati da un singolare spirito di campanile, in queste ultime ore, a Vasto e dintorni, tanto per menare il can per l’aria e distrarre l’attenzione dei cittadini sui problemi seri, si è accesa una discussione accademica. Invece di vedere cosa la politica può e deve fare per salvaguardare il nostro ospedale malmesso (che ha bisogno, subito, di 10 milioni di euro per la sua riqualificazione), ci si accapiglia per niente. Ci si accapoglia su un’idea fantasiosa. Cioè chiudere il “San Pio” e fare un ospedale in Val di Sangro, o non so dove, insieme a Lanciano. Un ospedale di 400 posti letto.
Bene. Cioè, male.
Intanto, prima di continuare, è bene sapere che un ospedale pubblico, sicuro e idoneo qualitativamente, deve avere circa 120 posti letto. Quello privato, 80 posti letto, ma se è monospecialistico, anche 60 posti letto. Però c’è la clinica “Spatocco” a Chieti, il suo secondo ospedale, che ha 46 posti letto. A questo punto sorge una prima obiezione: mettiamo in discussione Vasto con i suoi 220 posti letto, mentre ce n’è uno, lo “Spatocco” di Chieti, che è manco un quinto del “San Pio”. Vabbè, transeat.
Ed ecco i sette motivi per cui l’ospedale unico di Vasto-Lanciano ci farà diventare più poveri e cittadini di serie B.
1. Lo sappiamo, compito del Servizio Sanitario Nazionale è garantire la salute dei cittadini salvaguardando tempestività e sicurezza su tutti i suoi territori. Quindi anche a Montazzoli o Castiglione Messer Marino.
2. L’equazione, maggior numero di posti letto=maggiore sicurezza, non è automatica: non è scritto da nessuna parte che un ospedale di medie dimensioni, magari specializzato in determinate prestazioni, non offra gli stessi standard di qualità di un ospedale con il doppio dei posti letto. Ad esempio, Vasto aveva una unità complessa di gastroenterologia di eccellenza per tutta la Regione Abruzzo, e lo ha avuto per trent’anni. Poi, improvvisamente, un paio di anni fa, è sparito. Non è che raddoppiando i posti letto in Val di Sangro si riavrà il primariato.
3. L’Abruzzo può avere un solo DEA II livello, non due, non tre. Uno. Ecco perché Pescara e Chieti si stanno accapigliando per averlo.
4. Il fatto che si uniscano due ospedali di 1 livello (due DEA I livello), Vasto e Lanciano, non significa che aumentano le specializzazioni e si diventa ospedale DEA di 2 livello. Non è vero. Si resta un ospedale di 1 livello con gli stessi reparti attuali, aumentano solo i posti letto. Aumentano i metri quadri, ma i reparti restano quelli.
5. Accoppiando due ospedali si dimezzano reparti e primari, quindi le professionalità. Adesso si ha una scelta doppia, Vasto o Lanciano, a seconda della prestazione da richiedere. Con l’ospedale unico la scelta è unica: o quella, oppure andarsi a operare fuori.
6. Non è vero che con un ospedale doppio, Vasto-Lanciano, si avrebbe l’emodinamica. Il servizio di emodinamica dipende dal bacino d’utenza non dai posti letto. Anche se si uniscono i due ospedali, il bacino d’utenza resta lo stesso, se non c’è ora non ci sarà manco dopo. L’emodinamica lo dobbiamo avere perché è un servizio salvavita per la nostra comunità, che dista due ore da Chieti o Pescara.
7. L’area Chietino-Pescarese ha 6 ospedali, tre pubblici e tre privati, con 1600 posti letto complessivi e un rapporto di 4/1000 posti letto per abitanti. Vasto e Lanciano hanno, 400 posti letto in due ospedali, un rapporto di 1,8/1000 posti letto per mille abitanti, cioè meno della metà di Chieti-Pescara. Perché questo trattamento differente? Perché Vasto e Lanciano dovrebbero rinunciare al loro ospedale, mentre Chieti e Pescara continueranno ad averne sei, qual è la logica? Perché dovremmo diventare più poveri noi, spogliandoci del nostro diritto alla salute, per far sì che Chieti e Pescara continuino ad avere 6 ospedali con 3 emodinamiche, 6 radiologie, una decina di chirurgie ecc ecc?
Il compito del Servizio Sanitario Nazionale è garantire un’organizzazione dell’offerta socio-sanitaria territoriale adeguata e per tutti, soprattutto per le persone che hanno particolari fragilità come gli anziani, malati cronici e persone con disabilità, da Schiavi d’Abruzzo a Vasto. Questo deve essere, a qualsiasi costo.
Angelo Bucciarelli