Di cosa parliamo – Un nuovo ospedale, quello di Vasto, tre luoghi diversi: al confine con San Salvo, in Val di Sangro (ospedale Vasto-Lanciano) o al confine tra Casalbordino e Villalfonsina. Nel centrodestra posizioni discordanti. Dopo 21 anni di promesse (provenienti da destra e da sinistra), della nuova struttura ospedaliera non è stata posata neanche la prima pietra.
VASTO – “Il Pd si batterà in ogni modo per scongiurare la scelta del centrodestra di progettare un ospedale unico tra Lanciano e Vasto”. È quanto dichiarano in un comunicato stampa, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci e il segretario provinciale del Pd Chieti, Gianni Cordisco.
“Dopo 20 mesi – commentano – emergono le reali intenzioni che il presidente Marco Marsilio sta portando avanti in termini di programmazione sanitaria. Archiviata la scelta del precedente governo del centrosinistra, nella provincia di Chieti non solo si sono fermati gli investimenti per i nuovi ospedali di Chieti, Lanciano e Vasto, ma si è anche attivata una interlocuzione segreta che vede la Regione pronta a costruire l’ospedale unico tra Lanciano e Vasto nel comune di Casalbordino”.
“Se da una parte – proseguono – il centrodestra di Chiodi aveva lasciato in eredità atti senza coperture in quanto si prevedeva la sdemanializzazione delle aree con il ritorno in Regione del centrodestra a guida Marsilio e, dopo due anni di silenzio e immobilismo, é tutto bloccato, e vengono fuori le reali intenzioni della Regione Abruzzo senza che il territorio sia stato ascoltato. Riteniamo questa una scorrettezza e una umiliazione per la Provincia di Chieti e per i cittadini”, affermano Paolucci e Cordisco. “Rinnoviamo la nostra contrarietà all’ospedale unico Lanciano-Vasto, e condividiamo il documento sottoscritto dai sindaci di Vasto, San Salvo, Cupello e Monteodorisio. La proposta avanzata dai sindaci é quella prospettata anni fa dal centrosinistra: un nuovo ospedale in contrada Pozzitello. Riteniamo questa la scelta più equilibrata nonchè la più giusta per il territorio e per i cittadini”.
“Alla luce dell’ambiguità e di una palese interlocuzione segreta della Regione Abruzzo – sostengono – è chiaro che l’unico atto che può fare l’assessore Verì è quello di dimettersi”.