Di cosa parliamo – Un nuovo ospedale, quello di Vasto, tre luoghi diversi: al confine con San Salvo, in Val di Sangro (ospedale Vasto-Lanciano) o a Casalbordino, dove fare il cosiddetto “ospedale di costa”. Nel centrodestra posizioni discordanti. Dopo 21 anni di promesse (provenienti da destra e da sinistra), della nuova struttura ospedaliera non è stata posata neanche la prima pietra.
VASTO – Sembra un ultimatum. Anche se Giuseppe Tagliente definisce “raccomandazione” l’avvertimento rivolto al centrodestra regionale: il nuovo ospedale si deve fare a Vasto e non in Val di Sangro. In caso contrario “ognuno per la propria strada”.
L’ex presidente del Consiglio regionale era sindaco di Vasto nel 1999, quando la sua amministrazione comprò i terreni dell’ex comprensorio Sigma-Siv, in contrada Pozzitello. Ora, dopo 21 anni, sulla localizzazione del futuro ospedale la coalizione è a rischio frattura. E, se si presenta divisa, condanna se stessa a perdere le elezioni comunali per la quarta volta consecutiva.
Giuseppe Tagliente, quello che ha lanciato ieri è un ultimatum al centrodestra regionale?
“Più che un ultimatum, è una raccomandazione perché, se sull’ospedale non si trova l’unità, di che parliamo? Su che cosa la fondiamo in sede locale una unità? Un patto tra i partiti di destra e sinistra sull’ospedale risponde a un’esigenza generale collettiva, ma a maggior ragione chiedo la stessa cosa al centrodestra, visto che è stata la mia amministrazione a iniziare il discorso sull’ospedale. Se dovessero il centrodestra e il governo regionale venir meno a questo impegno con il Vastese, con la città di Vasto e con il centrodestra di Vasto, a quel punto si sceglierebbero strade diverse: ognuno per la sua strada”.
Però nel centrodestra c’è anche chi propone un’ubicazione diversa, come il sindaco di Casalbordino, Filippo Marinucci, che vorrebbe l’ospedale in località Santo Stefano, al confine tra Casalbordino e Villalfonsina.
“Ho letto le dichiarazioni del vicesindaco di Vasto, Giuseppe Forte, che secondo me rappresentano un atto di contrizione: ha detto che la zona ideale per il nuovo ospedale è Pozzitello, perché risponde alle esigenze oggettive di tutto il territorio e alle regole del Prg. È un atto di contrizione rispetto a tutto quello che ha detto negli ultimi vent’anni. Con questo non voglio fare polemica; bisogna gioire quando la verità spunta sulla bocca di un avversario e, in questo caso, anche di tutto il Partito democratico, in base alle dichiarazioni che leggo in queste ore. Il terreno ideale è quello, anche perché il nostro ambito funzionale ideale non è a nord, ma in direzione sud-ovest e abbraccia tutto il Vastese, il Basso Molise, scende verso Termoli e prosegue verso Serracapriola. Mi fa ridere chi parla di ospedale Vasto-Lanciano o di Casalbordino. Farlo a Pozzitello significherebbe compiere il miracolo di dare unità a un territorio che è un unicum, che è Vasto-Termoli. È lì che dobbiamo andare: riunire Vasto e Termoli in un’unica realtà territoriale. Termoli ha un ospedale che oggi presenta delle lacune. Un ospedale a Pozzitello potrebbe essere di confine tra due territori omogenei dal punto di vista economico, culturale, di costumi e tradizioni. Inoltre potrebbe attivare due finanziamenti convergenti da Abruzzo e Molise. Cominciamo a ragionare con una visione del territorio”.
La sua presa di posizione guarda alle elezioni comunali del prossimo anno. Lei sarà della partita? Vuole ricandidarsi alla carica di sindaco?
“A me piace fare politica: è una passione, che coltivo fin da ragazzo, improntata a degli ideali e allo studio, perché senza lo studio non si va da nessuna parte. Sarò della partita. Non direttamente, questo lo posso dire: non mi interessa in questo momento particolare, ma sarò della partita perché faccio parte di uno schieramento. Però in politica mai dire mai e mi riallaccio alla premessa che ho fatto: sull’ospedale non si scherza. Chiedo al centrodestra di ritrovarsi unitariamente, altrimenti le strade si dividono”.