Una nuova fase delle esplorazioni dell’acquedotto romano delle Luci si svolgerà sabato 12 settembre, con il supporto di moderni macchinari per la videoispezione così da poter osservare i tratti che gli archeospeleologi non sono stati in grado di raggiungere fisicamente a causa di interruzioni causate da crolli o sbarramenti moderni di difficile rimozione.
“L’Acquedotto delle Luci fu costruito tra il I ed il II secolo d.C. a servizio della città romana di Histonium, la moderna Vasto – ricorda Davide Aquilano -. Questa importante opera idraulica ha alimentato fino al 1926 la città moderna ed è stata poi progressivamente abbandonata. Un dato piuttosto inquietante è l’assenza di una conoscenza, seppur approssimativa, di dove vada a finire l’acqua ancora trasportata dall’Acquedotto delle Luci.
Da oltre dieci anni la sezione di Italia Nostra del Vastese, con la collaborazione della Parsifal Società Cooperativa, specializzata in ricerche archeologiche, cerca di ricostruire l’esatto percorso di questa mirabile opera dell’ingegno umano e ne promuove il restauro e la valorizzazione con l’organizzazione di conferenze, visite guidate e mostre, l’ultima delle quali nel periodo di ferragosto, nella sala Mattioli di Vasto”.
[ads_dx]L’indagine archeologica, per ricostruire nel dettaglio il percorso dell’antico condotto, svolta fino ad oggi a titolo volontario e gratuito dal gruppo di lavoro di specializzato, ha incontrato alcuni ostacoli, come quelli nel percorso a valle del pozzo presente nella villa comunale. Questo impedisce agli archeospeleologi di preoseguire nell’esplorazione per vedere dove termina l’acquedotto e, soprattutto, dove finisce l’acqua che ancora oggi vi scorre in abbondanza.
Per questo Italia Nostra, dopo una specifica ricerca di mercato, si è rivolta alla società DANTEC di Giussano (MB), che commercializza attrezzature per videoispezioni e per attività di relining. La DANTEC metterà a disposizione, gratuitamente, una telecamera periscopica di ultimissima generazione con testa motorizzata con la quale si cercherà di continuare l’esplorazione dell’acquedotto romano. “Questa attività – sottolinea Aquilano – sarà sicuramente un importante passo in avanti verso l’utilizzo costante delle tecnologie di videoispezione anche nella ricerca archeologica.