Alcuni dei danni causati dal fuoco sono permanenti. La vegetazione distrutta dall’incendio non rinascerà tutta da sola. Ci sono specie che vanno ripiantate.
È l’esito dei sopralluoghi svolti nei giorni scorsi a Punta Penna, dove il rogo del 30 agosto ha ridotto in cenere flora retrodunale e arbusti del costone che domina la spiaggia più grande dell’area protetta, istituita nel 1998 con un’apposita legge regionale.
“I tecnici – dice il sindaco di Vasto, Francesco Menna – stanno calcolando il livello di danno causato dall’incendio e ciò che è necessario alla piantumazione sia della macchia mediterranea, che è morta, sia della parte legnosa, distrutta dalle fiamme. Fatto questo calcolo, si procederà a chiedere un contributo alla Regione Abruzzo, dove pende un emendamento presentato dal consigliere regionale Silvio Paolucci“, che propone l’erogazione di 500mila euro per la progettazione e gli interventi necessari e, con questa proposta, ha suscitato le critiche del centrodestra, che ha bollato come propagandistico il documento presentato dall’esponente del Pd e avanzato una controproposta provocatoria: il Comune stanzi un milione di euro per la Riserva.
Al di là delle polemiche, il danno da riparare è grave.
“Sono necessarie nuove piantumazioni”, spiega Menna. “Una volta ottenuti i finanziamenti, metteremo a gara gli interventi da finanziare con i fondi della Regione e le economie del Comune. Per i cittadini che vogliono contribuire, c’è un Iban dedicato alla raccolta di contributi da indirizzare al Comune di Vasto, cosa che sta facendo il consorzio Vivere Vasto Marina, con cui stiamo collaborando”.