I toni (mai soft dall’inizio del quinquennio) sono destinati a salire ancora, mentre si allungano (ulteriormente) i tempi del Consiglio comunale, nonostante il rinvio di 55 dei 67 punti, record di lunghezza dell’ordine del giorno.
Il clima da campagna elettorale è, evidentemente, destinato a farsi sempre più caldo di qui a fine anno, nei mesi che precedono la sfida per lo scranno più alto di palazzo di città. A primavera del 2021 i vastesi saranno chiamati a scegliere sindaco e consiglieri comunali che amministreranno Vasto fino al 2026. Andranno alle urne alla fine di una campagna elettorale che si preannuncia lunga, destinata a entrare in circolo già nelle prime settimane del prossimo anno e a vivere la sua fase acuta negli ultimi due mesi. Lo dicono le premesse.
Caccia al candidato – Nel palazzo soffia il vento, come quello che nei giorni scorsi ha spazzato il litorale abruzzese portando il maltempo, il calo delle temperature e la sensazione di un’estate che se ne va. Nel mare della politica locale sono le correnti sommerse a rendere difficile per tutti la navigazione. Il rebus non è varare le barche con cui percorrere il tratto, insidioso per ognuno, che separa gli schieramenti, consolidati o neonati, dall’approdo elettorale. Il problema è riempire quei natanti di equipaggi. La caccia alle candidature è iniziata già da tempo.
Sindaca e vicesindaca – Il polo civico (“altro che quarto polo, vogliamo vincere al primo turno”, ha detto di recente Angelo Pollutri) vuole giocare d’anticipo, nella consapevolezza che avrà bisogno di tempo per farsi conoscere e per provare a conquistare la fiducia degli elettori. Proprio Pollutri, intervistato di recente da Zonalocale, ha iniziato a smuovere le acque annunciando una candidatura femminile. Nel soggetto politico progettato insieme ad Angelo Bucciarelli, Corrado Sabatini e Luigi Masciulli, si aggiunge un altro tassello: le candidature femminili di vertice saranno due. Non solo l’aspirante sindaca, ma anche la potenziale vicesindaca, con l’obiettivo di fare l’asso piglia tutto, cioè conquistare non solo il municipio, ma anche la Provincia con le stesse due donne ai vertici dell’amministrazione provinciale teatina. A giorni l’incontro da cui potrebbero emergere le due leader del nuovo soggetto politico. L’incognita: tra l’annunciare tre-quattro liste e far mettere la firma a 120 candidati, c’è di mezzo il mare, ancor più ampio in una città in cui quasi sempre gli elettori si sono affidati agli schieramenti politici tradizionali.
Rebus centrodestra – Il centrodestra non si è ancora ritrovato attorno a un tavolo per discutere delle elezioni comunali di Vasto. I tre partiti vogliono tutti il candidato sindaco. Lo ha chiesto Fratelli d’Italia, lo ha rivendicato la Lega, primo partito anche a Vasto alle ultime elezioni regionali, mentre Forza Italia ha fatto intendere senza mezzi termini che non ha alcuna intenzione di rimanere fuori dalla partita della scelta più importante. Ognuno sulle sue posizioni, con il rischio evidente di bloccare la coalizione per altri mesi e, al quindicesimo anno di opposizione, partire in ritardo rispetto agli avversari. Il coordinatore cittadino di Forza Italia, Massimiliano Zocaro, lancia un appello: “Sono consapevole: non sarà un percorso facile, ma possiamo renderlo meno difficile, dunque realizzabile, se mettiamo alla base il benessere collettivo e non quello individuale. Un patto per Vasto, fra persone capaci, corrette e leali. Persone nuove. Nel 2021 ci sarò. Non mi propongo per un ruolo, ma per dare il mio contributo alla città”.
M5S si guarda intorno – Dopo l’endorsement del consigliere regionale Pietro Smargiassi, nel Movimento 5 Stelle sembra rafforzarsi l’ipotesi Dina Carinci candidata sindaca. La capogruppo consiliare ha ribadito che sceglierà solo dopo un percorso condiviso e il sottosegretario ai Rapporti col Parlamento del Governo Conte, Gianluca Castaldi, ha precisato che la scelta si farà non solo sul gruppo consiliare (quindi su Dina Carinci e Marco Gallo), ma su tutti gli attivisti che vorranno farsi avanti. Però i pentastellati, se vogliono nutrire speranze di arrivare al ballottaggio, sanno che non potranno presentarsi con una sola lista anche stavolta, per la terza tornata elettorale consecutiva. L’apertura di Castaldi all’associazionismo e alle civiche dimostra che i Cinque Stelle si pongono il problema e si guardano attorno.
Menna sfoglia la margherita – Francesco Menna va a caccia del secondo mandato. Se la sua ricandidatura appariva scontata già dallo scorso anno, non altrettanto lo è ora la coalizione che lo sosterrà. Il Partito democratico è commissariato, affidato da maggio a una commissione reggente composta da Nicola Della Gatta, Simone Lembo, Fabio Giangiacomo, Anna Bosco e Sabato Giugliano. E il congresso per eleggere il nuovo segretario non sembra essere alle porte. Menna e i vertici locali del partito dovranno scegliere: ricandidare i senatori, ossia coloro che si trovano al terzo mandato e che correrebbero per il quarto? E quali giovani inserire in lista dopo aver annunciato nel 2016 una “rivoluzione generazionale” che, ad oggi, è incompiuta? Il sindaco sa che, dati delle scorse elezioni comunali alla mano, i senatori hanno un gruzzolo di voti che può ancora risultare determinante in una competizione incerta e con un pezzo di centrosinistra migrato nel polo civico. Ogni scelta nasconde un’insidia.