Le immagini dall’alto per capire l’estensione della macchia nera che ha preso il posto del costone verdeggiante di Punta Penna.
Il drone in volo sulla Riserva naturale di Punta Aderci per quantificare con esattezza i danni provocati dal furioso incendio che due giorni fa ha distrutto un’ampia fascia di vegetazione retrodunale della spiaggia, la più estesa dell’area protetta da 85 chilometri quadrati istituita nel 1998 con una legge regionale.
“Attraverso il drone stiamo facendo le dovute valutazioni sulla superficie bruciata”, racconta Alessia Felizzi, responsabile dell’area protetta per conto della società di gestione, la cooperativa Cogecstre. “Domani ci sarà il sopralluogo dei carabinieri forestali insieme a un botanico”.
Le fiamme hanno incenerito “vegetazione di falesia e macchia, ma anche pratelli retrodunali”, spiega Felizzi. “Fortunatamente, la parte iniziale della duna, sul lato mare, è rimasta intatta. Azioni di ripristino si possono fare per aiutare la ricrescita naturale. Col botanico, capiremo se lasciar fare alla natura da sola, oppure se è il caso di intervenire, ma in modo soft, nel rispetto dell’habitat naturale di una zona protetta. Il fuoco ha distrutto la passerella in legno, il laghetto e parte delle staccionate della scalinata, dell’area pic-nic e del casotto gestito dai baschi azzurri, che però è rimasto integro. Con i tempi tecnici necessari, il prima possibile avremo un quadro completo della situazione e del da farsi”.