Un milione e 671mila euro. Li incasserà il Comune di Vasto dalle compagnie petrolifere che, dal 2012 al 2019, non hanno pagato Imu e Tasi per le piattaforme in mare. Lo prevede l’accordo che Eni e Edison hanno siglato con quattro comuni costieri: oltre a Vasto, anche Termoli, Petacciato e Montenero di Bisaccia. Perforazioni ed estrazione di idrocarburi costeranno alle due multinazionali complessivamente 13 milioni e 696mila euro, cui vanno sommati 610mila 578 euro di interessi.
La battaglia a colpi di carta bollata è decennale. Le quattro località affacciate su litorale adriatico rivendicavano somme a sei zeri da Eni e Edison per lo sfruttamento dei fondali marini sui cui sono installate le piattaforme Rospo Mare A, B e C e la nave di stoccaggio Alba Marina. Il campo marino offshore “è in produzione dal 1982 e ha estratto sino a oggi 92 milioni di barili di olio”, si legge sul sito Internet di Edison.
La prima amministrazione comunale a intentare, con successo, una battaglia legale era stata quella di Petacciato, cui la Commissione tributaria provinciale di Campobasso aveva dato ragione, quantificando in 23 milioni di euro la cifra che il Comune della costa molisana avrebbe dovuto riscuotere. Poi la Commissione tributaria provinciale aveva ritenuto fondate le richieste di Vasto e il Consiglio di Stato quelle di Termoli. Ma il problema era definire l’esatta ubicazione delle piattaforme e, di conseguenza, a quale Comune spettassero le imposte pregresse.
Nel 2020, però, il Governo nazionale ha istituito l’imposta immobiliare sulle piattaforme marine in sostituzione di tutti i tributi locali su di esse. Di conseguenza, a partire da quest’anno, le compagnie petrolifere devono versare le cifre direttamente allo Stato, che avrà sei mesi per individuare quali Comuni dovranno incassarle.
In assenza di una cartografia ufficiale che consenta di fugare ogni dubbio sull’effettiva geolocalizzazione delle piattaforme, è partita una trattativa per cercare un accordo transattivo. Gli avvocati di Edison e Eni, Antonio Di Giovanni e Davide De Girolamo, hanno quindi proposto a Vasto, Termoli, Montenero di Bisaccia e Petacciato di estinguere tutti i rapporti pregressi tramite il pagamento di 13 milioni e 6969mila euro, oltre agli interessi, calcolati in 610mila 578 euro e 14 centesimi. I soldi sono stati così ripartiti: a Termoli e Petacciato andrà la stessa somma, pari a 5 milioni e 718mila euro, più 254mila 916 euro e 37 centesimi; a Vasto un milione e 600mila euro, cui vanno sommati 71mila 315 euro e 53 centesimi di interessi; a Montenero di Bisaccia 660mila euro e 29mila 429 euro e 87 centesimi di interessi. Le annualità precedenti sono prescritte.
“Sono molto soddisfatto perché la lotta all’evasione ci ha consentito di recuperare dalle piattaforme circa 4 milioni di euro”, commenta il sindaco di Vasto, Francesco Menna. “Grazie alle azioni legali intraprese dagli avvocati del Comune, Alfonso Mercogliano e Nicolino Zaccaria, abbiamo ottenuto 2milioni e 300mila euro qualche mese fa e un milione e 671mila oggi. Sono soldi che non spenderemo, ma che verranno immessi nel ciclo finanziario del Comune per garantire gli equilibri di bilancio”.