Una lunga coda sotto il sole cocente per coloro che, nei giorni scorsi, a Chieti hanno atteso per ore di poter essere sottoposti alla Pet, la tomografia ad emissione di positroni.
A raccontare l’esperienza vissuta è una paziente, Antonella Mancini di Vasto: “È inaccettabile che un esame così importante si debba fare non dentro l’ospedale, ma in una struttura che sembra un container”.
La donna, due giorni fa, è andata a Chieti, dove le era stato calendarizzato l’esame diagnostico di cui aveva bisogno: “Al mio arrivo – racconta – mi sono ritrovata a dover fare la fila davanti a una struttura che si trova fuori dall’ospedale, in un pezzetto di piazzale in cui ci sono anche l’unità per effettuare il tampone per la diagnosi del Covid e l’obitorio.
In quello spazio mi sono ritrovata a dover fare la fila per ore, anche perché nell’angusta sala d’aspetto non può entrare più di una persona a causa del necessario distanziamento sociale: dal momento dell’arrivo, alle 8.30, il mio turno è arrivato alle 14. Sono tornata a casa distrutta.
Come si può consentire – protesta Antonella Mancini – che i cittadini aspettino cinque-sei ore sotto il sole e con un caldo infernale per poter finalmente fare un esame diagnostico così rilevante?“.
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