Durante la conferenza stampa per i cambiamenti scolastici vastesi causati dal Covid che prenderanno forma a partire da settembre la giunta comunale ha più volte ringraziato tutto lo staff tecnico dietro i lavori di ristrutturazione necessari per far sì che i ragazzi potessero tornare nelle aule in massima sicurezza.
Tra i diversi ingegneri che hanno offerto il loro sapere e il loro tempo un attestato di merito è stato donato al professor Massenzio Terranova, docente di educazione tecnica che, con estrema umiltà, ha accettato la sua targa specificando poi ai microfoni di Zonalocale: “Di fatto, si è trattato solo di mettersi a servizio di una situazione un po’ confusa, soprattutto all’inizio. Dal ministero arrivavano diverse direttive spesso di difficile comprensione. Mi sono semplicemente messo a disposizione della scuola con le mie esperienze pregresse, visto che sono un architetto oltre che professore”. Una sfida, che oltre ai soliti ostacoli del famoso linguaggio burocratico ministeriale, ha compreso anche un iter di analisi degli spazi e, di conseguenza, tanta pazienza per trovare la soluzione migliore al fine di non dover arrivare a dividere le classi. In alcuni casi, come per le Rossetti, è stato facile, in altri, come per le Paolucci, non è bastato intervenire sui tramezzi ma si è dovuti passare allo spostamento di alcune sezioni in edifici vicini.
“Ho misurato tutti gli spazi e distribuito i banchi al loro interno, non solo per permettere ai ragazzi di essere a distanza di sicurezza in posizione statica, ma soprattutto quando sono in movimento. Anche perché, si sa, la scuola è viva, i ragazzi si muovono, fanno attività. Tutto questo è stato un po’ complesso e anche farlo capire agli altri non è stato facile. Sarebbe stato inutile garantire la distanza di un metro ai ragazzi da seduti e non durante gli spostamenti”.
Durante gli interventi della conferenza stampa il messaggio che veniva messo in luce era rassicurante: i ragazzi e i bambini staranno bene e saranno al sicuro o almeno, le nostre scuole si sono spese al massimo per far sì che cò avvenga. Tuttavia, il professor Massenzio fa notare come la sottotraccia generale di tutta questa situazione sia forse più interessante e profonda:“Io penso che questa situazione dovrebbe insegnarci qualcosa. Probabilmente sta cercando di farlo, ma non sempre ci riesce. Mettersi a disposizione gli uni per gli altri è l’unico mezzo che abbiamo per affrontare situazioni di difficoltà non catalogabili.”