“La ventricina vastese sta in una nicchia di piccoli produttori, missionari più che artigiani, almeno per me“. Il prodotto gastronomico simbolo del Vastese ha conquistato anche Lorenzo Biagiarelli, food blogger e social chef, che nei giorni scorsi, con la compagna Selvaggia Lucarelli, è stato in zona dopo aver fatto tappa in Molise per un tour che ha poi raccontato sul suo sito [LEGGI].
Attraverso i suoi canali social, Instagram e Facebook, Biagiarelli ha mostrato luoghi e prodotti gastronomici di questa terra che lo hanno conquistato, da una brioche gustata in corso De Parma a Vasto – con sfondo la cattedrale di San Giuseppe – ai bocconotti gustati a Cupello.
Non poteva mancare un passaggio su un trabocco – in foto alle sue spalle c’è il trabocco Cungarelle su cui è stato a cena – e, naturalmente, l’immancabile ventricina.
“Grana grossa, enorme, di maiale tagliato al coltello, condito con polvere di peperone dolce (che noi mortali chiamiamo paprika) e piccante. La ventricina vastese [o meglio, del Vastese, ma gli suò perdonare l’imperfezione – ndr] sta in una nicchia di piccoli produttori, missionari più che artigiani, almeno per me. Che amo le stagionature brevi che ti permettono di tirar fuori i pezzi con la forchetta e mangiarteli interi, altro campionato rispetto alle fette. Uno dei miei salumi preferiti, perfetto anche per il trasporto appeso alla cintura dei pantaloni come una piccola granata da usare alla bisogna. Alta moda abruzzese“.
E poi anche una proposta per un originale spuntino a base di prodotti rigorosamente locali e artigianali. “Consigli per una buona colazione vastese: prendete una scrippella (anche qui, lo stesso nome per mille cibi diversi: a Vasto è questa). Prendetela senza zucchero, le scrippelle sono frittelle oblunghe di acqua lievito e farina che possono essere sia dolci che salate. Hanno varie taglie, le scrippelle, quindi prendetene una grossa. Annusatela e apprezzate l’aroma fragrante della pizza fritta. Ora tagliatela per il lungo e riempitela di ventricina. Accompagnate con caffè o tè, alla bisogna”.